CATANIA. Dall’ansia da prestazione alla crisi d’identità. I mali del Catania sembrano essere prevalentemente nella testa. Lo ha detto prima Giovanni Pulvirenti, lo ha confermato Pietro lo Monaco.
Il valore dei singoli non si discute, con qualche distinguo, ci permettiamo di sottolineare, ma il valore aggiunto che deriva dall’essere “squadra” non è stato ancora raggiunto ed espresso. E se poi consideriamo anche la variazione genetica traumatica dal 4-3-3 al 3-5-2, con le varianti intermedie, un po’ per necessità e un po’ per scelta, il quadro è ben definito. Ma, non tutto è perduto.
Contro il Foggia ci saranno tutte le motivazioni per fare bene e – paradossalmente – sapere di non avere nulla da perdere ulteriormente può essere un’opportunità per giocare con la mente più libera.
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