È attesa questa settimana la risposta di Finaria alla manifestazione d’interesse proposta dalla cordata di imprenditori catanesi per l’acquisizione del Catania.
Una prima offerta era stata respinta al mittente perché «irricevibile», anche per aspetti formali; nei giorni successivi gli imprenditori che hanno in Fabio Pagliara e Maurizio Pellegrino i loro rappresentanti hanno rimodulato la loro proposta, anche con particolare attenzione ai punti che avevano suscitano perplessità da parte della dirigenza del Calcio Catania.
La pausa di riflessione di quasi tre settimane avrà consentito a Gianluca Astorina e Giuseppe Di Natale, in particolar modo, il primo nella doppia veste di liquidatore di Finaria e presidente della società calcistica, il secondo amministratore delegato, di valutare al meglio.
«Vogliamo evitare il fallimento, salvare la società, i posti di lavoro, gli interessi dei creditori e la matricola», ha ribadito più volte Pagliara, tenuto lontano dalla prima linea della trattativa a causa delle sue condizioni di salute. Ma è fin troppo evidente che proprio il fallimento è la soluzione estrema che qualcuno auspicherebbe per ripartire dalla Serie D, una categoria più in basso, ma senza la zavorra di una situazione debitoria gravosa e della difficoltà di gestire il Torre del Grifo Village che, nel dopo-Covid 19, potrebbe rappresentare più un problema che una risorsa. Non si esclude, infine, l’intervento, di un misterioso personaggio romano per scongiurare questa ipotesi niente affatto remota.
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