Da Catania all'Inghilterra: storia di Dario Seminerio e dei suoi tornei per fare crescere i giovani calciatori
Dalla Sicilia a Cambridge, prima per studiare, poi per lavoro. Il tutto nel mondo del calcio, con un sistema studiato per i giovani e apprezzato anche da grossi club della Premier League, il massimo campionato inglese. È la storia di un siciliano, Dario Seminerio, catanese, che oggi ha 42 anni e che ne aveva 29 quando lasciò l'Isola. La racconta lui stesso sul sito www.filippogalli.com. «Fin dalla mia infanzia - scrive Dario - il calcio ha avuto un ruolo significativo, era la posizione sociale del quartiere dove sono cresciuto, Antico Corso. Se sapevi giocare ti aspettavano le partite quelle “serie”; se sapevi giocare, non avevi bisogno di scontrarti con la dura realtà del quartiere, spesso macchiata da un profondo disagio sociale; se sapevi giocare, sapevi che oltre il calcio c’era ancora il calcio. E a me bastava solo quello. Il pallone era il mio vero amico, lo sfogo quotidiano, la realtà prima ancora dei sogni». La passione diventa presto lavoro. «Crescendo ho iniziato a calpestare i polverosi campi siciliani, neri come la cenere dell’Etna, con il fuoco della passione dentro di me. Ho coltivato le mie esperienze in diverse società dilettantistiche locali, ed è lì che ho appreso il fondamento del sacrificio, la dedizione e l’umiltà che hanno plasmato l’uomo che sono oggi. Realizzando che la sola passione poteva limitare le mie risorse, ho deciso di istruirmi e perseguire il sogno di diventare un allenatore professionista». E per farlo, non restava che andare fuori. «Sapevo di dover cercare altrove, fuori dalla mia Sicilia, perché le possibilità di crescita nella mia amata terra erano ben poche per un uomo ambizioso e competitivo come me. Consapevole di questo, un giorno ho preso i miei sogni e li ho messi in una valigia piena di speranze. Ed ecco quel biglietto di sola andata che mi ha cambiato la vita nel lontano marzo del 2011: Catania-Londra, destinazione Cambridge. Ho scelto Cambridge, una cittadina di 150 mila abitanti con prospettive di lavoro elevate e un vivere tranquillo, per non allontanarmi troppo da Londra (l’unica metropoli al mondo che ha ben 14 club nel calcio professionistico inglese)». L’avventura calcistica inglese di Dario Seminerio comincia in una società di National Conference (l’equivalente della Serie D italiana), l’Histon FC, come allenatore degli Under 16. «Nel frattempo - racconta - ho investito tutti i miei risparmi sulla mia formazione personale, iniziando un percorso impegnativo ma avvincente verso il raggiungimento del patentino Uefa A». Ma la competizione in terra anglosassone è spietata e Seminerio comprende che una laurea specifica nel settore gli avrebbe aperto tante altre porte. Continuando a lavorare a tempo pieno nel calcio, Seminerio si guadagna prima una laurea triennale (BSc Sport, Fitness and Coaching alla Open University di Cambridge) e successivamente una specialistica (Master of Science, MSc, in Football Coaching Performance alla St. Marys University a Twickenham, Londra). «Dopo tre anni indimenticabili all’Histon FC, fatti di crescita personale ed esperienze memorabili, come diverse tournée in giro per l’Europa, si è presentata l’opportunità di progredire e lavorare per il Cambridge United - racconta - ricoprendo negli anni diversi ruoli nel coaching dagli U9’s fino agli U18’s. Il Cambridge United è diventata così la mia casa per i successivi nove anni, un punto di lancio verso una crescita constante». Il percorso tuttavia non si ferma a Cambridge. «In una terra di opportunità - scrive l’allenatore siciliano - sarebbe stato pericoloso chiudersi in un ambiente e non ampliare le proprie conoscenze ed esperienze. Tra il 2017 e il 2019 ho quindi intrapreso un’esperienza aggiuntiva nella prima squadra dell’Haverhill Rovers, società semi professionistica militante nell’equivalente della nostra Promozione. Successivamente, ho deciso di formarmi come relatore presso la Football Association (FA), abilitandomi come tutor di corsi Futsal e Uefa C nel calcio». Queste esperienze arricchiscono la comprensione della cultura inglese: «Ho capito - svela Seminerio - che il coaching deve integrarsi con il management e la leadership. Così nel 2019 ho iniziato il percorso di “phase lead” (sempre al Cambridge United), che mi ha portato oggi a ricoprire la mansione di responsabile tecnico della fascia U13’s-U16’s». E lì si arriva al salto di qualità verso i maggiori club inglesi. «Grazie allo studio e alle esperienze - racconta Dario - ho attuato la metodologia “game based approach”, che si contrappone all’approccio tradizionale perché si basa su una pedagogia non lineare, nella quale l’atleta si forma attraverso il gioco e la sua relazione con l’ambiente. In ogni seduta di allenamento, si promuovono esercitazioni e partite a tema in cui devono essere sempre presenti le condizioni reali del gioco: continuità, direzionalità, relazione tra compagni di squadra e la presenza di avversari. Il tutto mirato alla formazione del calciatore e nelle sue abilità di saper scegliere e risolvere problemi durante le varie fasi di gioco». Così facendo, Dario Seminerio crea gli «small sided tournaments» chiamati «Amber Super Cup» per le varie categorie giovanili, che diventano eventi apprezzati da varie società professionistiche come Arsenal, West Ham, Tottenham e Watford. I ragazzi possono esprimersi giocando in un format diverso dal solito, dal 5v5 al 7v7, in cui il giovane atleta può sviluppare adattabilità e ampliare il suo «decision making process». Questi tornei comprendono un massimo di 16 squadre di diverso livello, dove si giocano continuamente mini partite da 12 minuti con una pausa massima di 2 minuti tra una gara all’altra. Questi tornei formativi hanno sostituito una delle sedute di allenamento all’interno del nostro programma settimanale. «Ho iniziato il primo torneo - spiega Seminerio - con sole 6 squadre per le categorie U12’s e U13’s, riuscendo adesso ad ospitare fino ad un massimo di 16 squadre per categoria, dagli U11’s agli U15’s, incluso squadre estere provenienti dall’Olanda e dall’Irlanda». Sono trascorsi 13 anni di lavoro e studio, seguendo il principio che lo sport insegna a non accontentarsi mai. «Non è stato facile, non lo è tuttora e non lo sarà in futuro - conclude l’allenatore siciliano - scontrarsi con una realtà avversa, dove la cultura, la lingua, la mentalità sono comunque diverse da quelle in cui sei cresciuto. A volte non basta solo il coraggio e la determinazione a oltrepassare le diversità, bisogna sapersi adattare con umiltà. Ed io credo di averlo fatto con sincerità. Grazie all’amore per questo sport sono riuscito a coniugare passione e lavoro ed è ciò che mi rende fiero, soprattutto perché non dimentico le mie origini e il mio percorso, che mi hanno reso oggi un uomo felice». Sotto il post social dell'ex campione del Milan Filippo Galli, che cura un proprio blog sul mondo del calcio