Catania

Sabato 23 Novembre 2024

“Default evitato al Comune di Catania”, la procura indaga

"Significative anomalie nella formazione e nell'approvazione dei documenti contabili". Così, almeno stando alle accuse della Procura, fu evitato il dissesto finanziario a Palazzo degli Elefanti dall'amministrazione guidata sino allo scorso anno da Raffaele Stancanelli.   All'ex sindaco è stato notificato ieri dalla Guardia di finanza un avviso di garanzia per falso ideologico nei Consuntivi 2009, 2010 e 2011. Oltre Stancanelli, diciannove gli indagati. Sono l'ex assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi - attuale primo cittadino di Giarre - e il suo predecessore Gaetano Riva, l'ex Ragioniere generale Giorgio Santonocito, da pochi mesi manager dell'Azienda ospedaliera Garibaldi di Catania, e altri sedici dirigenti comunali, non tutti ancora in servizio nell'ente: Pietro Belfiore, Biagio Lipera, Marco Petino, Orazio Palmeri, Valerio Ferlito, Annamaria Li Destri, Alessandro Mangani, Nunzio Pastura, Maria Luisa Areddia, Gabriella Sardella, Roberto Politano, Augusta Manuele, Paolo Italia, Giovanni Tomasello, Corrado Persico e Salvatore Costanzo.   "Massima fiducia nella magistratura", taglia corto Bonaccorsi. Santonocito, invece, commenta: "E' un vanto avere evitato il default del Comune, avendo comunque sempre operato nell'alveo della legalità".   Riva ricorda di essere uscito dalla giunta Stancanelli nel maggio del 2010: "Non so neppure se feci io il Consuntivo 2009, ad ogni modo fu sempre assicurato un lavoro serio, competente, scrupoloso. Per questo, sono estremamente sereno".   Per Raffaele Stancanelli, replica il suo legale di fiducia Franco Passanisi: "Quei bilanci furono esaminati dalla Corte dei Conti che mosse alcuni rilievi, ma certamente non contestò mai alcun falso. Non mi spiego, peraltro, perché sia stata acquisita tanta documentazione dalla Procura, non le relazioni dei giudici contabili. Una dimenticanza dei pm (l'aggiunto Michelangelo Patanè e il sostituto Alessia Minicò, ndr) che, comunque, conosco e stimo. Ricordo, inoltre, che i sindaci non firmano, né redigono, né tantomeno approvano i bilanci. Sembra quasi che sia stata contestata a Stancanelli una responsabilità oggettiva, del tutto inesistente in diritto penale".   La Procura, anche alla luce della perizia chiesta a un docente dell'Università di Palermo, ha precisato in una nota diffusa ieri di avere rilevato "l'appostamento in bilancio di ingenti quote di residui attivi risalenti nel tempo, di dubbia esigibilità, per un importo complessivi di oltre 270 milioni di euro e debiti fuori bilancio per oltre 78 milioni di euro, la cui certezza in ordine alla manifestazione finanziaria avrebbe dovuto indurre l'Amministrazione comunale all'individuazione delle necessarie coperture".   Sono stati ancora riscontrati "disallineamenti contabili emergenti tra i valori iscritti in bilancio dall'ente locale rispetto a quelli delle società` partecipate per circa 34 milioni, classificazione di somme, pari a circa 20 milioni di euro, nell'ambito di voci di bilancio dalle quali non emergeva la loro natura di passività`".

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