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Inchiesta sugli extra al «Vittorio Emanuele»

Da una parte c’erano infermieri e i medici (da 800 a 1.500 euro); dall’altra funzionari e amministrativi (da 20 a 64 mila euro)

CATANIA. È una sanità che incentiva la "carta" e mortifica medici, infermieri e personale sanitario quella contro cui il presidente del gip, Nunzio Sarpietro ha deciso di opporsi rigettando la richiesta di archiviazione avanzata sulla gestione e assegnazione dei premi di produzione nell'azienda ospedaliera «Vittorio Emanuele». Una denuncia, presentata da un infermiere, accompagnata da 20 firme di dottori e colleghi, ha scoperchiato la pentola sulla strana suddivisione dei premi che dovevano incentivare una migliore sanità. Le indagini condotte dalla Guardia di finanza hanno portato all'acquisizione di un volume contenente il budget di divisione delle somme.

Due i funzionari interrogati dalle Fiamme gialle, ma nessun indagato. Mentre da una parte agli infermieri e ai medici venivano riconosciuti premi anche da 800 a 1.500 euro, i soldi per i funzionari e gli amministrativi variavano da 20 a 64 mila euro. Alcuni burocrati, in questo modo, riuscivano a raddoppiare lo stipendio. Una differenza inspiegabile che dirottava le maggiori finanze da chi vive in corsia a chi lavora in ufficio, da coloro che prestano assistenza, operano e intervengono sui malati a chi lavora dietro ad una scrivania e già percepisce il proprio compenso. In un anno le cifre impegnate con queste modalità sono arrivate anche a sfiorare il milione e 800 mila euro. Al centro dell'attenzione ci sono le scelte manageriali fatte nel triennio 2009-2012. Ad opporsi all'archiviazione del procedimento, che non presentava indagati, è stato anche lo stesso infermiere che ha denunciato la peculiare gestione degli incentivi. Il presidente del gip, Nunzio Sarpietro, in accoglimento della posizione e in rigetto della richiesta di archiviazione del fascicolo contro ignoti ha chiesto che vengano proseguite le indagini. Bisognerà, dunque, andare a fondo per fare emergere i criteri di distribuzione dei soldi o meglio, in base a quale criterio venivano stilate le determine di riparzione e da chi, allo scopo di verificare se siano state commesse violazioni penalmente perseguibili. La Procura della Repubblica adesso dovrà proseguire il lavoro di accertamento. Il giudice delle indagini preliminari ha dato ai magistrati inquirenti centoventi giorni di tempo, dopodicchè si tornerà a discutere sul caso.

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