CATANIA. La Terza sezione penale del Tribunale di Catania ha assolto, perché il fatto non sussiste, gli otto imputati nel processo su presunti casi di inquinamento ambientale nella facoltà di Farmacia. Secondo l'accusa, erano stati provocati da versamenti nei lavandini dei laboratori di composti chimici utilizzati per sperimentazione. Il tribunale ha disposto anche il dissequestro delle aree interessate nella cosiddetta inchiesta sui "veleni" della facoltà di Farmacia di Catania. I capi di imputazione contestati nel processo andavano dal disastro ambientale all'omissione di atti d'ufficio. Il pm Giuseppe Sturiale nell'udienza del 10 gennaio scorso aveva chiesto condanne comprese tra 3 anni e due mesi e 4 anni di reclusione per gli otto imputati, che sono stati invece assolti con la formula «perché il fatto non sussiste». La sentenza è stata accolta nel massimo silenzio. In aula erano presenti familiari di una specializzanda in Farmacia, Agata Annino, morta a 30 anni per un tumore. La pubblica accusa, aveva sollecitato, per il reato di disastro ambientale colposo, omissione in atti d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico, 4 anni di reclusione per l'ex direttore amministrativo dell'Ateneo Antonino Domina e 3 anni ed otto mesi per il dirigente dell'ufficio tecnico Lucio Mannino. Una condanna a tre anni e due mesi per disastro ambientale colposo e omissione in atti d'ufficio per ciascuno degli altri sei imputati, Marcello Bellia, Francesco Paolo Bonina, Fulvio La Pergola, Giovanni Puglisi, Giuseppe Ronsisvalle e Franco Vittorio. I fatti risalgono al 2007 e i reati contestati sono prescrivibili in sette anni. Per la seconda inchiesta per omicidio colposo e lesioni colpose, che era nata da uno stralcio dal fascicolo principale, la Procura ha chiesto al Gip l'archiviazione in attesa dell'esito del processo, che rappresenta il presupposto per potere sostenere un eventuale procedimento in aula. L'udienza camerale è stata fissata per il prossimo 27 novembre.