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Rosario Grasso ai giudici: "Non sono un killer"

Il proprietario dell’Agriturismo Akis di Acireale è stato ascoltato per oltre due ore dalla corte, sul duplice omicidio di Francesco Grasso e Giuseppe Spampinato

CATANIA. I killer "sono arrivati all'improvviso. Mi hanno scaraventato da una parte. Uno mi puntava. Gli altri due hanno preso a Grasso e Spampinato e se li sono portati nel mio ufficio. C'è stata una discussione. Poi ho sentito un colpo di pistola". Ha ribadito la sua tesi alla Corte d'Assise, ieri, Rosario Grasso proprietario dell'agriturismo Akis di Acireale dove nel febbraio del 2011 sono stati uccisi Francesco Grasso e Giuseppe Spampinato. Rosario Grasso, è chiamato a rispondere di duplice omicidio aggravato, occultamento e distruzione di cadaveri mentre la moglie, Maria Gabrielle Pappalardo, insieme ai figli Filippo e Angelo sono accusati di favoreggiamento in concorso. "Era un periodo difficile - ha proseguito Rosario Grasso nella sua deposizione rispondendo alle domande del pm Pasquale Pacifico - per me. Avevo dei rapporti con Francesco Grasso e Giuseppe Spampinato perché mi prestavano dei soldi che io restituivo a rate con un interesse del 10% mensile".

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