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Catania, il "Sofocle" era centro commerciale "mascherato"

Nelle motivazioni della sentenza la Terza sezione penale presieduta da Rosa Alba Recupido hanno fatto propria la tesi sostenuta dal pm Alessandra Chiavegatti

CATANIA. "Salvatore Puglisi Cosentino aveva la precisa intenzione di realizzare proprio un centro commerciale con un multisala come punto fermo e poi spazi liberi ove collocare quello che capitava a seconda delle offerte: palestra, centro scommesse, sala giochi, centro estetico, libreria". Il collegio giudicante della terza sezione penale del Tribunale, presieduto da Rosa Alba Recupido, a latere Antonella Bacianini e Giancarlo Cascino, nelle motivazioni della sentenza del processo sulla realizzazione del centro Sofocle a San Gregorio, ribadiscono la tesi che l'Accusa, sostenuta dal pm Alessandra Chiavegatti, aveva più volte sottolineato. Quello che doveva aprire le porte non era un centro intrattenimenti ma "un centro commerciale mascherato".

Sono motivazioni durissime quelle che i giudici hanno messo nero su bianco per il verdetto che, lo scorso 10 luglio, ha condannato Salvatore Puglisi Cosentino, amministratore unico della società Sofocle, a un anno e sei mesi, Francesco Impellizzeri, dirigente della Provincia di Catania, a sei mesi di arresto, Salvatore Buscemi, dirigente dell'area Urbanistica comunale, a un anno e 8 mesi, e il progettista dell'opera Santo Catalano a 2 anni e 4 mesi chiamati a rispondere, a vario titolo, di falso in atto pubblico, abuso d'ufficio aggravato e lottizzazione abusiva.

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