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Cadavere carbonizzato a Misterbianco, arrestati due fratelli

Riccardo e Marco Santangelo, di 23 e 31 anni, sono stati arrestati dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso per questioni economiche Agatino Fichera

polizia e carabinieri

MISTERBIANCO. Due fratelli, Riccardo e Marco Santangelo, rispettivamente di 23 e 31 anni, sono stati arrestati dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso per questioni economiche Agatino Fichera, di 63 anni, il cui cadavere fu trovato carbonizzato il 31 gennaio scorso tra Misterbianco e Motta Sant'Anastasia.

     

Marco Santangelo è il genero della vittima. Il corpo di Fichera fu trovato dentro un'auto, una Fiat Doblo', anch'essa bruciata, lungo la strada provinciale in contrada Sieli. I due fratelli sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. La vittima gestiva un piccolo negozio nella frazione Montepalma.

Le indagini si sono avvalse di alcune registrazioni lasciate dalla vittima, che furono trovare dai carabinieri nel negozio dell'uomo. Il contenuto avrebbe delineato il rapporto ormai logoro con i familiari più intimi e la premonizione che da un momento all'altro qualcuno gli potesse far del male attentando alla sua vita.

A far scoprire il corpo dell'uomo fu un cacciatore che vide una mano che penzolava da un finestrino dell'auto e chiamò i carabinieri. Gli investigatori accertarono che Fichera, del quale nessun familiare aveva denunciato la scomparsa, era stato ucciso a bastonate. Agli investigatori apparve subito chiaro che Agatino Fichera, uomo schivo e da tempo in disaccordo con la famiglia, viveva nel minimarket di sua proprietà e dormiva. Durante i rilievi tecnici svolti dai carabinieri furono trovate nel negozio tracce di sangue della vittima che qualcuno aveva cercato di eliminare con l'utilizzo di candeggina. Alla luce di questi elementi l'attenzione degli investigatori si era concentrata sui familiari che, muniti di chiavi ed esperti dei luoghi, potevano aver agito indisturbati per poi cercare di cancellare le tracce del delitto.

Alcune incongruenze riscontrate nel rileggere testimonianze rilasciate dai parenti e l'analisi dei numerosi filmati delle telecamere di sorveglianza sequestrati permisero di stabilire che il Fiat Doblò, partito dal supermercato intorno alle 22.20 del 30 gennaio, era stato costantemente seguito da una Fiat Uno bianca, che dove aver accompagnato il Doblò sino al luogo del rogo compì esattamente il percorso inverso, tornando sino al supermercato La Detergenza, dove la famiglia del defunto abita al piano superiore. Marco Santangelo, genero della vittima, all'epoca del delitto era sottoposto agli arresti domiciliari nell'abitazione al piano superiore rispetto al luogo dell'omicidio). Il fratello Riccardo grazie ai filmati fu individuato a bordo della sua Fiat Uno bianca. Entrambi erano stati ripresi dalle telecamere tra le 22.20 e le 23.00, in immagini che mostrano all'andata le due auto in coppia ed al ritorno la sola Fiat Uno con a bordo i due fratelli, che nelle varie fasi dello spostamento utilizzarono i loro telefoni cellulari lasciando traccia sulle celle telefoniche agganciate perfettamente compatibili con l'itinerario e il luogo del rogo.

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