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Quarantasette condanne per i clan di Cosa Nostra nel Catanese

Si tratta dei presunti appartenenti alla famiglia «Santapaola-Ercolano» e gli affiliati ai gruppi satelliti, che operavano sino al 2013 in città e provincia

CATANIA. Quarantasette condanne per Cosa Nostra catanese. Nell'aula bunker del carcere di Bicocca ieri è arrivata la sentenza per il troncone, celebrato con rito abbreviato, dell'operazione Fiori Bianchi 3 portata avanti dalla Procura di Catania con i pm Agata Santonocito e Antonino Fanara. L'operazione nell'aprile 2013 aveva messo in luce l'acquisizione in maniera diretta o indiretta di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, con interventi sulla pubblica amministrazione, l'imposizione del pizzo ai commercianti, un ingente giro di estorsioni, rapine, intestazioni fittizie di beni, traffico e detenzione di stupefacenti sotto la regia della mafia etnea e i suoi collegamenti con Cosa Nostra di Palermo e i Casalesi ma anche l'articolazione dei gruppi del clan Santapaola - Ercolano in città e provincia. Emerso pure il sistema applicato per la riscossione del pizzo che, come fosse un copione, prevedeva le diverse scene. Si cominciava con un biglietto, fatto recapitare all'imprenditore, con la richiesta di denaro oppure "l'invito a trovarsi un amico buono". A seguire spuntava uno dei picciotti che chiedeva del "principale" e di come "fosse combinato con l'assicurazione". Per "risolvere" la situazione, a questo punto, si presentava "l'amico buono" che con una cifra inferiore, rispetto a quella richiesta, poteva sistemare la faccenda. A ritirare la busta, poi, ci pensavano nuovamente i picciotti. In totale ad essere coinvolti sono stati in 104. In 60 hanno scelto il rito abbreviato.

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