CATANIA. È la provincia siciliana più giovane quella di Catania (età media 41,3 contro i 42 della Sicilia e i 44 dell’Italia; più vecchia Messina con 43,8) e sebbene, storicamente, è dopo Ragusa, quella con il maggior numero di occupati (superiori anche a Palermo), dal 2011 i dati delle due province convergono. Tanto che il tasso di disoccupazione fra le due città nel 2013 si è allineato: Catania 19,4, Palermo 20,7. Sono solo alcuni dati che, raccolti ed elaborati dall’Istat (periodo di riferimento 2008-2012), sono stati diffusi da ieri dalle Acli con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sullo stato di salute delle famiglie siciliane. “La famiglia che c’è” è il titolo del rapporto che nelle prossime settimane sarà presentato in tutta la regione. Una fotografia aggiornata sui contraccolpi che la crisi storica del terzo millennio ha avuto sul nucleo base della società e sulle (enormi) difficoltà con cui le famiglie siciliane in particolare devono confrontarsi. Oltre la metà (53,9%) non arriva alla fine del mese (media nazionale 37,8%). Santino Scirè, presidente di Acli Sicilia e vicepresidente nazionale con delega alla Famiglia: “La famiglia in Sicilia non vive, ma sopravvive. Ha grandi difficoltà perché non ha un sistema di welfare che la sostiene e questo ce lo raccontano prima ancora che i dati, i diretti interessati, con cui ci confrontiamo ogni giorno. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI