CATANIA. La Sezione giurisdizionale d'appello della Corte dei conti (sentenza 474/A/2014) ribalta il pronunciamento dei giudici di primo grado, che li avevano assolti, e dispone il proseguimento del giudizio nei confronti di otto agenti di polizia in servizio a Catania, che erano stati chiamati a risarcire poco più di 100 mila euro. Salvatore Ensabella, Salvatore Passaniti, Maria Vito Maita, Antonino Risuglia, Massimo Rao, Emanuele Marco Di Paola, Gaetano Anastasio e Giovanni Presti erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile dopo che il ministero degli Interni era stato condannato in primo grado dal Tribunale civile per il danno biologico che sarebbe stato causato dalle percosse subite da un giovane arrestato quasi 12 anni fa, Dario Messina. Il 26 luglio 2003 gli agenti di quattro «Volanti» bloccarono Dario Messina, fuggito su un motociclo poi risultato rubato dopo essere stato sorpreso mentre tentata di rubare un'auto in via Luigi Sturzo. In ospedale al giovane venne diagnosticato un "politrauma, escoriazioni sparse al soma e al volto, contusione ginocchio sinistro, trauma contusivo emitorace e addominale, frattura dello sterno" con la necessità di 57 giorni di ricovero. Nell'ottobre del 2004 Dario Messina fu condannato a 8 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Ma il 15 ottobre 2009 il Tribunale civile di Catania, sulla base delle dichiarazioni di tre testimoni secondo i quali il giovane era stato picchiato più volte dopo il fermo, condannò il ministero dell'Interno a risarcire il danno biologico, quantificandolo in 78.830 euro. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA