SIRACUSA. Poco più di 24 ore. Tanto è durato il fermo per controlli di due pescherecci siciliani, l'Alba chiara di Siracusa e il Jonathan di Riposto (Catania), anche se iscritto nel registro di Cagliari, con 13 persone complessivamente a bordo. Ad accelerare le pratiche per il rilascio i contatti avviati dalla Farnesina e la contemporanea presenza al Cairo, in visita ufficiale, del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. I controlli che hanno portato al fermo delle due imbarcazioni erano scattati mentre erano impegnate in una battuta per la cattura di pesce spada con ami di superficie a 40 miglia dalla costa egiziana. Una motovedetta ha avvicinato per prima, e raccontano alcuni testimoni speronata, l'Alba chiara. Successivamente gli stessi accertamenti sono stati eseguiti sul Jonathan.
I due pescherecci sono stati obbligati a seguire i militari nel porto di Alessandria d'Egitto. Sono stati gli stessi comandanti, Raimondo Sudano e Pasqualino Condorelli, ad avvisare telefonicamente le famiglie. Hanno avuto il tempo di dire alle rispettive mogli: «state tranquilli stiamo bene, ma vi diano noi la notizia: ci hanno fermati», e poi la linea è caduta. Sono scattati i piani di intervento dalla Farnesina, che ha «seguito la vicenda con la massima attenzione, attraverso l'ambasciata italiana al Cairo». Preoccupati pescatori, armatori e familiari dei due equipaggi, composti da siciliani, egiziani e tunisini. Per la federazione armatori «la situazione nel mar Mediterraneo è diventata incontrollabile» e i rappresentanti regionale dei pescatori annunciano «un esposto per sequestro di persona e abuso di potere alle Procura competenti nei confronti delle autorità egiziane» visto che, spiegano, hanno «sequestrato tutto il pescato e danneggiato uno dei due pescherecci».
L'Alba chiara e il Jonathan non rientreranno in Italia, continueranno per alcune settimane ancora la pesca in alto mare. Gli equipaggi hanno rassicurato i loro cari per telefono e resteranno nel Mediterraneo a cercare pescespada. Con loro non ci sarà Antonio Moscuzza, 50 anni, da 40 in mare, bloccato a casa dai postumi di un attacco febbrile, che sarebbe dovuto essere imbarcato sull'Alba chiara: «Mi spiace per i miei compagni di lavoro - dice mentre cerca notizie degli altri pescatori nella capitaneria di porto di Siracusa - certo meglio essere qui perchè queste cose non si sa mai quanto durano e come vanno a finire». La soluzione questa volta è stata rapida. E il ministro Martina, per questo, «ringrazia innanzitutto l'ambasciatore Massari per il lavoro svolto su questo caso». «Al Cairo - osserva - abbiamo a lungo discusso durante i nostri colloqui con il ministro del commercio Fakhry Abdel Nour e con quello dell'Agricoltura e della Pesca Adel Tawfik El Beltagy e loro stessi si sono impegnati in prima persona per il rilascio dei pescherecci bloccati in Egitto. Ringraziamo inoltre il ministro della Difesa egiziano e il lavoro della Farnesina».
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