CATANIA. Un fiume bianco di devoti con gli occhi lucidi dalla commozione ha salutato sant'Agata al rientro in Cattedrale, dopo il lunghissimo giro "interno" della processione, durato circa diciassette ore. Le reliquie della Santa hanno fatto rientro in Duomo, quando il sole era già alto, portate a spalla fino all'altare per la celebrazione della Messa di ringraziamento. Nonostante il rientro del fercolo in Cattedrale sia avvenuto in ritardo, qualche minuto prima delle 10,20 il corteo è giunto in piazza Duomo con leggero anticipo rispetto all'anno scorso, quando il fercolo aveva fatto ritorno alle 11,15. Se la processione "esterna" si era svolta senza particolari problemi, la marcia del corteo lungo via Etnea e via Di Sangiuliano ha invece dato qualche grattacapo in più al capo-vara Claudio Consoli e ai suoi collaboratori.
Il giovane Maestro del fercolo ha dovuto dapprima fare i conti con alcuni devoti portatori di ceri, che hanno cercato di bloccare la processione poco prima dell'arrivo ai Quattro Canti. Poi, al momento di effettuare la cosiddetta "acchianata" Di Sangiuliano, una leggera pioggia ha cominciato a scendere sul corteo. La salita, unanimemente considerata come uno tra i momenti più suggestivi e pericolosi al tempo stesso della «tre giorni agatina», è stata dunque effettuata a passo d'uomo, per scongiurare qualsiasi pericolo. In ultimo, circa alle 9, mentre le suore di San Benedetto tributavano il consueto omaggio canoro alla Patrona, alcuni fedeli si sono sentiti male, probabilmente a causa della stanchezza e del troppo affollamento. Tra le note dolenti della serata del 5, cosi come di quella del 4, c'è stata anche l'assoluta mancanza di rispetto da parte dei venditori ambulanti e dei portatori di ceri delle varie ordinanze diramate dal Comune.
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