CATANIA. La Procura distrettuale antimafia si limita a un laconico: «Nessuna novità». Fa clamore, però, il caso del presunto «dirottamento» della candelora dei fruttivendoli - la chiamano «la signorina», perché particolarmente elegante e leggiadra - dal giro esterno della festa di Sant'Agata, nel pomeriggio del 4 febbraio a Catania. Il gigantesco cereo votivo, che pesa 680 chili e viene portato a spalle da una decina di devoti, avrebbe lungamente «reso omaggio» tra via Antico Corso e via Torre del Vescovo nei pressi del Bastione degli Infetti a un trentatreenne accusato di far parte del clan Cappello, attualmente agli arresti domiciliari. La Squadra mobile sta svolgendo accertamenti sulla «deviazione» che, riportata per primo da un quotidiano online del capoluogo etneo, viene smentita dal comandante della polizia municipale, Pietro Belfiore: «Sentirò il vigile che quel giorno ha svolto il servizio, ho già parlato con l’ufficiale che si occupa della festa. Mi riferisce che la candelora dei fruttivendoli, assieme alle altre, è sempre rimasta nel percorso, peraltro comunicato alla Questura, e ha raggiunto via Plebiscito all’incirca alle 16.
Non di mattina, com’è stato scritto. I nostri agenti arrivano molte ore prima del fercolo a controllare che non ci siano problemi. Vorrei precisare, comunque, che i vigili si occupano soltanto di viabilità». Belfiore, quindi, aggiunge: «Da sempre, quando le reliquie della patrona sono nella chiesa di Sant’Agata La Vetere, i portatori dei cerei sostano nei pressi di via Plebiscito (di cui via Antico Corso è una traversa, ndr) per esigenze tecniche e per ragioni di traffico. Mi risulta sia avvenuto lo stesso anche questo 4 febbraio. Durante gli spostamenti, invece, le candelore rendono atto di fede ai tantissimi altarini dedicati alla santa. Uno di questi, anzi più di uno, si trova proprio nella zona indicata».
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