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Processo per voto di scambio, nodo intercettazioni per Angelo Lombardo

CATANIA. Ad "ammorbidire" la posizione processuale di Angelo Lombardo, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, potrebbe essere la sua ex poltrona parlamentare. Grazie, infatti, alla carica di deputato di Mpa, ricoperta dal 29 aprile 2008 al 14 marzo 2013, l'onorevole il 14 giugno 2008 non poteva essere intercettato; le sue conversazioni al telefono, anche con esponenti mafiosi, se registrate casualmente, perché avvenute con altri soggetti sottoposti ad intercettazione da parte dell'autorità inquirente, non possono essere utilizzate in un processo senza l'autorizzazione della Camera. Proprio a tale prerogativa parlamentare ha fatto ieri riferimento l'avvocato Rino Licata, che difende Angelo Lombardo nel processo che si sta celebrando davanti al collegio della Prima sezione penale del Tribunale presieduto da Grazia Caserta, a latere Eliana Trapasso e Cinzia Civello. Alla sbarra insieme all'ex deputato, ma solo per voto di scambio con l'aggravante mafiosa, sono il padrino della provincia etnea Vincenzo Aiello, il boss di Ramacca Rosario Di Dio, il geologo e militante Mpa Giovanni Barbagallo e l'ex esponente del clan Cappello Gaetano D'Aquino.

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