CATANIA. I Carabinieri di Catania hanno eseguito un provvedimento restrittivo, emesso dal gip su richiesta della locale Procura, nei confronti di 19 persone accusate di fare parte di un'associazione a delinquere specializzata nei furti e ricettazione di veicoli, in particolare nelle estorsioni con metodo del 'cavallo di ritorno': il pagamento di una tangente da parte della vittima per la restituzione della refurtiva.
Le indagini sono state avviate dopo alcuni 'rinvenimenti inspiegabili' da parte delle vittime: nel 2013 a Gravina di Catania ci sono stati 1.200 furti d'auto, la maggior parte delle quale sono state ritrovate. Militari dell'Arma hanno scoperto che la banda richiedesse per la restituzione delle vetture un prezzo basato anche sul modello e sul valore del mezzo rubato: una cifra compresa tra 150 e 1.200 euro. Il giro d'affari annuo è stimato dagli investigatori in 500mila.
Ulteriori 26 persone risultano indagate in stato di libertà. Tra loro anche anche soggetti ritenuti legati a organizzazioni mafiose catanesi, ma anche nove vittime che hanno negato di aver subito l'estorsione e che sono accusate di favoreggiamento personale. Particolari dell'operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Catania.
Militari dell'Arma hanno arrestato Salvatore D'Angelo, di 42 anni, Rosario Fallo, di 25, Raffaele Gialuca Magliuolo, di 31, Danilo Musumeci, di 24, Dario Masotta, di 32. Ai domiciliari sono finiti Antonio Marino, di 25, Giuseppe Monaco, di 38, Filippo Ivan Raineri, di 22, Salvatore Siringo, di 36, Alfio Spina, di 38, Orazio Tenente, di 21. Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere a Vittorio Benito Fiorenza, di 34, David Giarrusso, di 38, Salvatore Gurrieri, di 42, Michael Giuseppe Magliuolo, di 23, Sebastiano Naceto, di 39, Massimiliano Nicotra, di 38, Jonathan Angelo Recca, di 28, Antonino Santonocito, di 38.
Caricamento commenti
Commenta la notizia