Catania

Sabato 23 Novembre 2024

Il capo della polizia e Alfano si congratulano: tutte le reazioni al fermo del boss Mazzei

CATANIA. Il capo della polizia, il prefetto Alessandro Pansa, secondo quanto si è appreso, ha telefonato al questore di Catania, Marcello Cardona, per «congratularsi con lui e i suoi uomini per il brillante lavoro che ha portato alla cattura del boss Sebastiano Mazzei», figlio dello storico capomafia Santo, detenuto in regime di 41bis e fatto uomo d'onore nel 1992 da Leoluca Bagarella. Il boss latitante 'Nuccio' Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto 'U carcagnusù, detenuto al 41bis, 'uomo d'onore' collegato a Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, è stato arrestato dalla polizia di Catania in collaborazione il Servizio centrale operativo di Roma. Ritenuto alla guida dall'omonimo clan mafioso, era irreperibile dall'aprile dello scorso. Agenti della squadra mobile lo hanno catturato a Ragalna, paese etneo dove si nascondeva con la moglie. 'Nuccio' Mazzei non era armato. «È un colpo importante alla criminalità organizzata. I Mazzei sono una delle articolazioni di cosa nostra più pericolose operanti non soltanto a Catania, ma con rapporti anche con cosa nostra palermitana». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica a Catania, Giovanni Salvi, parlando con i giornalisti a margine i una conferenza stampa in questura sulla cattura del boss latitante Nuccio Mazzei. «I Mazzei - ha aggiunto Salvi - hanno sempre rappresentato l'ala più dura, quella militare, di Cosa nostra, quindi l'essere riusciti a catturare quello che è attualmente il capo di questa articolazione di cosa nostra è un risultato importante che la squadra mobile ha conseguito con un lavoro impegnativo durato alcuni mesi». Apprezzamenti per il lavoro svolto dalla polizia sono giunti anche dal ministro dell'Interno Angelino Alfano: «Con l'arresto del boss latitante Sebastiano Mazzei, nel catanese, la Polizia di Stato ha inferto un duro colpo alla rete delle attività illecite e ha depotenziato ulteriormente un clan tra i più pericolosi. Il capillare controllo del territorio e l'alto livello delle investigazioni fanno percepire ai cittadini la forte presenza dello Stato».

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