CATANIA. Beni per circa 27 milioni di euro sono stati sequestrati da Guardia di finanza di Catania a Francesco Ivano Cerbo, di 54, arrestato nell'aprile del 2014 e rinviato a giudizio per associazione mafiosa nell'ambito della indagine "Scarface" condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Catania nei confronti del clan Mazzei (Carcagnusi). I militari hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale su richiesta della Dda. Il provvedimento riguarda significative quote di 13 società in cinque regini italiane: Sicilia, Lazio, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In Sicilia a Catania, Comiso (Ragusa) e Sant'Alessio Siculo (Messina), nell'Italia centrale a Roma e ad Aprilia (Latina), e al Nord a Bergamo e Buccinasco (Milano), a Castelfranco Veneto (Treviso) e Palmanova (Udine) - operanti in diversi settori, dall'editoria all'intrattenimento, dall'edilizia al comparto alimentare. Sono anche stati sequestrati 28 immobili per lo più concentrati ad Anzio (Roma) e a Ragusa, due automezzi, titoli e conti correnti bancari e postali. Durante le indagini era emerso il ruolo di Cerbo non solo quale partecipe al clan Mazzei ma anche come intestatario fittizio dei beni, tra cui la discoteca "Boh", riconducibili al clan, e curatore delle relative attività. Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha accolto la proposta i sequestro avanzata dalla Procura, dopo che i indagini patrimoniali hanno consentito di individuare beni mobili e immobili illecitamente accumulati dall'uomo. Nell'accogliere la proposta di sequestro la sezione misura di prevenzione del tribunale ha motivato il provvedimento sottolineando da un lato la forte sproporzione tra i redditi dichiarati ai fini fiscali e il valore dei beni acquisiti, dall'altro la pericolosità sociale di Cerbo. L'ordinanza tiene anche conto delle pronunce del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione in ordine alle misure personali e reali adottate nei confronti di Cerbo nell'aprile del 2014.