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Neonata morta, la casa di cura: "Niente messa in scena, non è deceduta da noi"

La tragedia di Catania

Dario Pagano, direttore amministrativo; il presidente, Calogero Gibiino; l'avvocato Tommaso Tamburino

CATANIA. «Nessuna messa in scena», Nicole «non è morta nella nostra casa di cura, come emerge chiaramente dalla consulenza tecnica di parte». Dopo mesi di silenzio la clinica Gibiino parla, spiegando di farlo adesso costretta per «mettere fine alle voci e al fango» sulla casa di cura dove, il 12 febbraio scorso, è nata la piccola morta poi su un'ambulanza mentre era in viaggio per Ragusa per la mancanza di posti letto nelle Unità terapia intensiva neonatale di Catania e Siracusa.

È il presidente del Cda, Calogero Gibiino, a incontrare i giornalisti per primo, ribadendo «vicinanza al dolore della famiglia» che, dice, «vive una sofferenza che conosco: con mia moglie abbiamo sofferto la perdita di tre figli, e entrambi abbiamo genitori ginecologi». Ma adesso, «dopo mesi di silenzio per il rispetto di tutti», secondo Gibiino, «la casa di cura ha il dovere di dire basta alle false accuse». «Non possiamo più assistere in silenzio - aggiunge - a supposizioni, dichiarazioni avventate, diffusione di notizie infondate». Per questo è stato mandato all'avvocato Tommaso Tamburino, di tutelare struttura, medici e lavoratori.

Un'iniziativa che la madre di Nicole, Tania Laura Egitto, sul proprio profilo Facebook bolla come «senza vergogna», invitando medici a clinica a «mettere una maschera» e sfidando la casa di cura: «aspettiamo di essere querelati». Una ipotesi che l'avvocato Tamburino aveva già escluso: «non ci formalizziamo davanti a chi soffre, rispetto massimo per la famiglia di Nicole». Nella mira del legale, infatti, c'è chi, a suo parare, sembra «strumentalizzare il dolore dei familiari a fini personali». Tra questi cita i casi dei genitori di due neonate morte nella casa di cura e di un ex anestesista della clinica. «È bene ricordare - osserva il penalista - che le due inchieste sono state archiviate dal Gip e che i medici indagati, e la casa di cura, sono stati ritenuti esenti da colpe. Quanto alle rancorose dichiarazioni rese da un ex anestesista della casa di cura, va ricordato che il medico, allontanato dalla struttura, ha avviato un'azione legale che si è conclusa a suo sfavore ed è stato condannato anche al risarcimento delle spese legali».

Il direttore amministrativo della Gibiino, Dario Pagano, precisa, invece, alcuni dati, come «la scelta di una ambulanza privata» per trasferire Nicole: «non è stata frutto di una decisione errata o arbitraria - sostiene - ma imposta da un decreto assessoriale che impedisce l'utilizzo di quelle del 118 per le strutture private accreditate e impone l'utilizzo di mezzi privati che passano al vaglio degli ispettori preposti». E diffonde anche i dati relativi alla mortalità durante la nascita, evidenziando che in Italia è di 2,2 ogni mille nati. In Sicilia il dato sale a 3. «La casa di cura Gibiino, tra il 1998 e il 2015 - rivela - ha avuto solo due casi su 12.320 nascite, uno dei quali quello di Nicole. Quanto ai tagli cesari - chiosa Pagano - in Italia l'incidenza è del 28% e in Sicilia oltre il 40%. Nella casa di cura nel 2014 hanno inciso per il 24%».

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