"Procedure irregolari", Cantone chiede il commissariamento dell'appalto per il Cara di Mineo
ROMA. L'Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha inviato - a quanto si apprende - la richiesta di commissariamento dell'appalto per il Cara di Mineo al prefetto di Catania ritenendo irregolari le procedure d'affido. Spetta ora al prefetto la decisione di commissariare. Già a marzo l'Autorità Anticorruzione aveva inviato alla procure di Catania e Caltagirone la documentazione sulla gara d'appalto per il Cara di Mineo, il centro di accoglienza richiedenti asilo siciliano, da cui emergeva che, a giudizio dell'Authority, la gara è "illegittima" e lede i principi di "concorrenza" e "trasparenza". Le valutazioni dell'Anticorruzione contenute in un parere steso su richiesta della Cot Società Cooperativa. La Cot fu esclusa dalla gara bandita dal Consorzio Calatino Terra di Accoglienza per l'affidamento triennale della gestione del Cara di Mineo. A vincere fu, infatti, il 30 giugno scorso, l'altro, unico, concorrente, ossia il Consorzio di Cooperative Sociali Casa della Solidarietà: importo contrattuale, al netto del ribasso offerto, pari a 96.907.500 euro. Diversi i rilievi mossi dall'Anticorruzione. Innanzitutto, la procedura assoggetta a un'unica gara "appalti differenti che avrebbero dovuto essere aggiudicati con separate procedure di gara ovvero con una ragionevole suddivisione in lotti", vista "l'eterogeneità dei servizi richiesti che avrebbero potuto essere messi a gara come lotti funzionali autonomi". Questo avrebbe garantito la trasparenza dell'operazione. Invece, gli atti indicano come attraverso un'unica procedura di gara si sia proceduto all'affidamento di contratti che vanno dall'appalto del servizio di gestione amministrativa e di assistenza presso il centro, a quello per l'assistenza generica alla persona, all'assistenza sanitaria, il servizio di pulizia e igiene ambientale, la ristorazione, le forniture agli ospiti, la manutenzione dell'impiantistica. Quindi, un unico affidamento per "attività eterogenee" e questa "scelta procedurale - scrive l'Authority - appare in contrasto con i principi economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità".