CATANIA. Smarrimento e confusione: sono questi i sentimenti dei tifosi rossazzurri. Tormentati dalle vicende legate all'inchiesta i «Treni del gol», i supporter del Catania hanno mostrato tutto il loro rammarico durante una vivace e colorita manifestazione organizzata per le vie della città. Una protesta denominata il «corteo dell'orgoglio rossazzurro», che ha portato il popolo della squadra etnea a sfilare da piazza Roma fino a piazza Università. Una processione che ha convogliato in centro città migliaia di persone che si sono presentate con maglie storiche del Catania, striscioni, sciarpe e pantaloncini. Due, i colori predominati: il rosso e l'azzurro che hanno invaso via Etnea. Una protesta che ha rivelato tutta la delusione di un'itera città, quella sportiva e non. A sfilare, infatti, non sono stati solo gli ultras della Nord e della Sud che hanno organizzato la protesta, ma anche i tifosi non organizzati e intere famiglie. Tutti insieme per urlare forte l'orgoglio di una tifoseria che non ci sta. Importanti i numeri della protesta: quasi tremila persone hanno sfilato per Catania questo pomeriggio. «Noi siamo il calcio Catania», «tutti insieme canteremo per la maglia e la città», «per l'onore di Catania siamo qua»: hanno urlato sventolando le bandiere, le stesse che avevano sbandierato per la festa della promozione nel 2006, ma che oggi hanno quasi un colore diverso perchè issate a lutto. Tra i tanti striscioni esposti certamente quello con la scritta «Pulvirenti vattene» sintetizza alla perfezione quali sono i sentimenti di tutti i tifosi che hanno percorso la parte bassa di via Etnea per giungere a piazza Università, proprio a ridosso dal cuore della City, fino a piazza Duomo che con il suo inconfondibile elefante in questi giorni è stata inquadrata da tutti i telegiornali nazionali. «Questo calcio non ci appartiene»: hanno ribadito fortemente i tifosi che nella vicenda sono e si sentono parte lesa. Se la giustizia sarà implacabile e se si dovesse cominciare dai dilettanti loro ci saranno, come ci sono sempre stati in questi anni. Ma lo vogliono fare senza più quell'etichetta di calcio malato di questi ultimi giorni e soprattutto con una dirigenza dove non figuri più Nino Pulvirenti, nè dirigenti strettamente legati alla sua persona. Due ore esatte: questo il tempo impiegato dai tifosi per la loro protesta pacifica, dove non sono mancati i cori contro la società e i dirigenti e neanche i fumogeni. Ma tutto è sempre rimasto sotto il controllo di carabinieri e polizia che pur essendo schierati in assetto antisommossa non sono mai stati costretti a intervenire. Tra i tanti striscioni esposti certamente quello con la scritta «Pulvirenti vattene» sintetizza alla perfezione quali sono i sentimenti di tutti i tifosi che hanno percorso la parte bassa di via Etnea per giungere a piazza Università, proprio a ridosso dal cuore della City, fino a piazza Duomo che con il suo inconfondibile elefante in questi giorni è stata inquadrata da tutti i telegiornali nazionali. «Questo calcio non ci appartiene»: hanno ribadito fortemente i tifosi che nella vicenda sono e si sentono parte lesa. Se la giustizia sarà implacabile e se si dovesse cominciare dai dilettanti loro ci saranno, come ci sono sempre stati in questi anni. Ma lo vogliono fare senza più quell'etichetta di calcio malato di questi ultimi giorni e soprattutto con una dirigenza dove non figuri più Nino Pulvirenti, nè dirigenti strettamente legati alla sua persona. Due ore esatte: questo il tempo impiegato dai tifosi per la loro protesta pacifica, dove non sono mancati i cori contro la società e i dirigenti e neanche i fumogeni. Ma tutto è sempre rimasto sotto il controllo di Carabinieri e Polizia che pur essendo schierati in assetto antisommossa non sono mai stati costretti a intervenire.