CATANIA. Mentre arriva informalmente la prima buona notizia per la prossima stagione, cioè che tutta la procedura per l'iscrizione al torneo di serie B è stata completata (iscrizione, diciamo, virtuale in attesa delle decisioni della giustizia sportiva), si apre un nuovo filone di calcioscomesse.
La Procura di Cremona, infatti, tra le circa duecento partite dei campionati scorsi passate al setaccio si è soffermata sul Chievo-Catania (1-1) del 21 marzo 2010. Partita che, ricordano le cronache, fu combattuta all'arma bianca dalle due formazioni, tra assalti poderosi dei veronesi e sortite degli etnei che ottennero il pareggio solo su calcio di rigore.
A segnare per i locali fu Pellissier, forse in fuorigioco, che avrebbe avuto un ruolo nella combine, secondo indiscrezioni del palazzo di giustizia di Cremona. Pellissier poi sbagliò un gol facile e colpì una clamorosa traversa. Rigore negato al Chievo e, invece, dato ai rossazzurri e trasformato da Maxi Lopez. In panchina c'era Sinisa Mihajlovic, che lanciò il Catania verso una delle prime miracolose salvezze in serie A.
Secondo gli investigatori ci fu «combine», con tanto di versamento di una somma dal club di Nino Pulvienti a quello veneto. All'epoca il direttore generale o meglio il «deus ex machina» era Pietro Lo Monaco, il cui nome è già negli atti della Procura di Catania per una partita molto più recente, Messina-Ischia Isolaverde dell'ultimo campionato, finita nella lente d'ingrandimento degli investigatori catanesi che intercettavano Nino Pulvirenti e la sua rete di «treni in partenza e in arrivo». Sull'ex dirigente rossazzurro, quindi, potrebbe aprirsi un nuovo fascicolo.
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