CATANIA. Difficile mestiere, quello del poliziotto a Catania. «Non dico che siamo in zona di frontiera, ma quasi...», commenta il questore Marcello Cardona che pure oggi sarà regolarmente al lavoro. Come tantissimi dei 2 mila agenti, che prestano servizio in terra d’Etna: «Non importa valutare se i poliziotti siano tanti o pochi, preferisco analizzare ogni mattina i numeri e parlare di risultati — afferma Cardona — Qui, un 7 per cento in meno nel numero di rapine e scippi vale decisamente più che altrove. Non dimentichiamo, d’altronde, che ogni giorno dobbiamo trattare 2595 soggetti sottoposti agli arresti domiciliari, 1606 con obblighi processuali, 1630 sorvegliati speciali. Sono cifre che in altre città non ci sono». Sorvegliati e ”affini” sono tutti affidati, adesso, alla Divisione Anticrimine: «Ho preferito accentrare questo lavoro, assicurando così maggiore presenza di agenti dei commissariati sul territorio», afferma il questore che sottolinea «come i risultati, ad esempio a Librino, stiano arrivando». «Anche al di sopra delle aspettative!», aggiunge.
La lotta alla criminalità organizzata resta «la priorità» per la Polizia catanese: «Con le operazioni condotte in queste settimane dalla Squadra mobile abbiamo indicato i nuovi canali di approvvigionamento del narcotraffico, che adesso passa da Napoli», spiega Cardona. Lui, comunque, non dimentica quanto sia importante pure il contrasto a ”manolesta” e borseggiatori. La microcriminalità forse fa meno notizia, ma lascia sempre dolorosamente il segno: «In una città che punta decisamente sul turismo, fa piacere notare come certi reati siano in calo. La presenza sul territorio paga, quotidianamente le sole Volanti assicurano da 50 a 70 pattuglie in attività nelle strade cittadine».
Ad accrescere le fatiche catanesi delle forze dell’ordine, l’interminabile emergenza-immigrati di cui Catania è ormai... ”piccola capitale”, anche solo per il recente insediamento di una sede «Frontex» in città. Pur facendo cenno alle «importanti inchieste sul Cara di Mineo» e ai tanti arresti di scafisti, però, il questore preferisce evidenziare «la grande opera umanitaria svolta nell’accoglienza ai migranti dai nostri agenti insieme con Croce Rossa e tanti altri». «Ecco cos’è il Meridione. Lo dico da meridionale (Marcello Cardona è originario di Reggio Calabria, ndr) e a dispetto di tanti luoghi comuni!».
Inevitabile con l’ex arbitro di serie A — «ma ho smesso vent’anni fa...», si schermisce Cardona — parlare, infine, dell’inchiesta sulla ”banda delle partite truccate” che ha travolto i vertici del Calcio Catania: «Un’inchiesta impeccabile, quella svolta dalla Digos sotto il coordinamento della Procura», esclama. E ancora: «I risultati delle indagini, che non sono ancora finite, sono sotto gli occhi di tutti. Certo, per chi è abituato a misurarsi soltanto sulla capacità di segnare un gol o un canestro in più, queste cose fanno male. Catania, però, si rialzerà e magari tra qualche anno lotterà in serie A per la qualificazione europea. È stato sempre così nello sport, come insegna la storia di questa società come di tante altre. Dalla Juventus in giù».
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