CATANIA. Hanno litigato la sera e lui l'ha picchiata con un ciocco di legno. L'uomo era andato a 'sfogarsi' parlando ad alta voce con i loro cani. Poi hanno fatto pace, come accadeva da anni, e hanno cenato insieme e visto un film in televisione, 'Cuore selvaggio', che raccontava di una donna che perde il marito durante una rivolta di tessitori finita nel sangue in Germania nel 1844. Sono andati a letto, ma hanno avuto difficoltà a prendere sonno. Lui avrebbe preso dei sedativi e lei rimasta sveglia e a pensare ai tanti soprusi subiti: si è alzata, ha preso lo stesso ciocco di legno e l'ha assassinato mentre dormiva, colpendolo ripetutamente alla testa. Poi ha simulato la rapina. E' la ricostruzione dell'uccisione di Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, secondo il racconto della moglie, Vincenzina Ingrassia, 64 anni, secondo quanto confessato dalla donna ai carabinieri del comando provinciale di Catania. Una versione che militari dell'Arma stanno continuando a verificare, ma che è ritenuta verosimile. Ci sono particolari che restano ancora in sospeso: la presenza di una piccola piantagione di marijuana tra i filari ordinati di una piccola vigna e alberi da frutta della villetta della famiglia Longo alle pendici dell'Etna, a Biancavilla. La mansarda dove c'era una stanza per l'essiccamento e la conservazione della droga. La pistola calibro 9 e il fucile calibro 12 trovati nella legnaia. La donna, all'alba, è crollata e ha raccontato la sua verità, fatta di 40 anni di violenze, ma senza mai presentare denunce per maltrattamenti "per non farlo sapere in paese", ed "evitare la vergogna che la gente sapesse".