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Catania, concerto per il compleanno del boss ai domiciliari: i carabinieri lo bloccano

Secondo i militari mancavano le autorizzazioni per il palco

CATANIA. Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno fatto rimuovere, per la mancanza delle autorizzazioni, un palco nel popoloso rione Librino sul quale si sarebbero dovuti esibire sette cantanti neomelodici.

Il concerto, gestito da privati, sarebbe stato organizzato per festeggiare il compleanno di un esponente di vertice di un clan legato alla 'famiglia' Santapaola-Ercolano, condannato per associazione mafiosa, che è agli arresti domiciliari nella zona.

Il palco era quasi completato per realizzare uno spettacolo che avrebbe richiamato l'attenzione e la presenza della gente del rione Librino, anche per la presenza di uno dei più noti cantanti neomelodici di Catania, che è molto apprezzato nelle zone popolose della città. Ad insospettire i militari dell'Arma la data: non un fine settimana o una festa, ma un normale mercoledì, quello del 26 agosto scorso.

Giorno che coincide con il compleanno di un esponente di spicco di un clan legato a Cosa nostra che è agli arresti domiciliari in una strada non molto lontana da via Biagio Pecorino. Una coincidenza che ha incuriosito i carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno avviato delle indagini. Hanno eseguito controlli su operai e ditta che eseguivano i lavori e che avevano già montato oltre al palco anche luci e le attrezzature per il suono. Visto che non era stata concessa alcuna autorizzazione gli investigatori hanno denunciato il titolare della società e i dipendenti che erano al lavoro per occupazione abusiva di suolo pubblico.

Militari dell'Arma hanno anche intimato all'impresa di rimuovere il palco, che è stato smontato. Facendo saltare esibizione e la festa. Sul concerto, che i carabinieri ritengono sia "verosimilmente da ricondurre alla circostanza che proprio quel giorno ricorreva il compleanno di un esponente di vertice della 'famiglia' di Cosa Nostra catanese Santapaola-Ercolano, che è agli arresti domiciliari nella zona", il comando provinciale dell'Arma ha inviato una relazione, assieme alla denuncia, alla Direzione distrettuale antimafia delle Procura di Catania.

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