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Catania, donna uccisa al cimitero: il figlio chiede di riesumare il corpo della madre

CATANIA. Fabio Angelo Matà, figlio di Maria Concetta  Velardi, la vedova di 59 anni uccisa nel cimitero di Catania il 7  gennaio 2014, ha chiesto alla Corte di Cassazione «di riesumare il  corpo della madre». La richiesta è stata avanzata, come incidente  probatorio assieme a nuovi accertamenti medico legali, dopo che il  gip il 22 novembre dello scorso anno ha rigettato la stessa  domanda. Il documento è stato depositato dall'avvocato Giuseppe  Lipera, legale difensore della famiglia e sarà discusso il  prossimo 17 settembre dalla VII sezione penale. Nella ricorso, il  penalista rileva che da un «attento esame delle foto scattate in  sede di autopsia, risaltano evidenti 'graffì nell'area sacrale  destra della vittima».

«La conformazione dei segni - osserva -  lascia presagire una possibile unghiata, presumibilmente  femminile, ricevuta dalla vittima prima del decesso, con possibile  sedimentazione del materiale biologico dell'aggressore e quindi  del probabile assassino. L'accoglimento dell'incidente probatorio  - chiosa il legale - è, senza dubbio, una delle ultimissime  occasioni che si ha per poter finalmente dare un volto  all'assassino/a».   Il giorno del delitto, a trovare il cadavere era stato il figlio  della vittima, indagato nell'inchiesta della procura Etnea come  atto dovuto e anche parte offesa. Era stato lui ad accompagnarla  come ogni giorno, nella cappella di famiglia dove sono seppelliti  il marito della vedova, Angelo, e l'altro figlio di Maria Concetta  Velardi, Lorenzo, entrambi morti per i postumi di malattie  incurabili. Il corpo senza vita della donna era stato trovato su  un vialetto vicino alla cappella di famiglia. Fabio Angelo Matà  si era allontanato per andare al bar e al ritorno, portando il  caffè alla madre, l'ha trovata per terra, assassinata con colpi  di pietra alla testa. Sull'omicidio indaga la squadra mobile della  Questura di Catania.

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