Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Paternò, la sera dell'8 marzo Pappalardo aveva telefonato alla fidanzata dicendole che dovevano interrompere la relazione, ma la donna ha capito che la chiamata era stata fatta sotto la minaccia di Ignazio Sciurello, che non aveva mai accettato la fine della storia e che la perseguitava quotidianamente tanto da costringerla a sporgere delle denunce per stalking.
Militari dell'Arma, utilizzando immagini di servizi di video sorveglianza, hanno accertato che, sin dal momento dell'ingresso a Paternò, la Toyota Aygo era stata seguita e poi agganciata da un'autovettura Fiat Punto di colore bianco, uguale a quella di Distefano che avrebbe prelevato e accompagnato Pappalardo a casa di Ignazio Sciurello dove era in corso una discussione. I tre sono usciti dall'abitazione e sono saliti sulla Toyota Aygo dirigendosi nelle campagne di Paternò dove, giunti in una piazzola di sosta, sono scesi dalla macchina. Dopo un'animata discussione, Ignazio Sciurello avrebbe sparato quattro colpi di pistola contro Pappalardo. I due complici, dopo avere caricato il cadavere sulla Toyota Aygo, sarebbero andati in Contrada Poggio Monaco dove avrebbero spinto la macchina in un dirupo e dopo averla cosparsa di benzina, portata da Giuseppe Sciurello, gli avrebbero dato fuoco.
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