CATANIA. L'Etna continua a dare spettacolo, e, come sempre, lo fa recitando a soggetto. Imprevedibile 'Iddu' ('Lui'), come lo chiamano i catanesi, non ama rendersi prevedibile. Anzi. E così quando sembrava che l'eruzione stesse per andare verso la conclusione, con l'aeroporto di Catania aperto nonostante l'emissione di cenere lavica, ecco l'improvvisa impennata, cambiando scenario: un lungo sciame sismico, con una cinquantina di eventi, causato da un improvviso 'movimento' della faglia di Piano Pernicana, sul versante nord-est del vulcano. Complessivamente le scosse di terremoto, la maggior parte delle quali avvertibili soltanto a livello strumentale, sono state 46, registrate dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania. Quelle di maggiore energia, avvertite nei paesi alle pendici dell'Etna, sono state quattro: alle 10:28 (magnitudo 3.8), alle 10:32 (2.9), alle 10:36 (2.4) e alle 11:53 (3.2). I sismi sono stati localizzati dai ricercatori nella zona compresa tra Piano Provenzana e Piano Pernicana a una profondità di circa 2-4 chilometri dalla superficie. Un epicentro superficiale che collega i movimenti tellurici all'eruzione in corso. Lo sciame sismico ha creato delle 'fratturazioni', con aperture di circa 2-4 centimetri, sul manto stradale della Mareneve, al di sopra quota 1.450 metri. Scenari che hanno fatto tornare alla memoria la devastante eruzione del 2002, con la creazione di una 'bottoniera' di nove 'bocche' dalle quale emergeva lava incandescente che distrusse la zona di Piano Provenzana. Ma per gli esperti dell'Ingv-Oe di Catania non ci sono collegamenti che possano fare evocare lo spettro di 13 anni fa. I ricercatori stanno studiando il fenomeno con l'analisi della sismicità e delle deformazioni lente del suolo. Ma è difficile, anzi impossibile, fare anticipazioni su quello che accadrà: "Se lo sapessi giocherei i numeri al Lotto certo di vincere", commenta un vulcanologo impegnato nell'evento. Anche perché l'Etna, ama stupire: quando sembra che l'eruzione stia per concludersi ecco che riparte con maggiore energia di prima. Adesso pare in fase calante. Dai crateri sommitali è assente l'attività stromboliana e l'emissione di cenere lavica è diminuita tanto che l'allerta Vona (Volcano observatory notice for aviation) è scesa da 'rossa' ad 'arancione'. L'aeroporto di Catania è rimasto aperto con limitazioni a 5 atterraggi a ora, e tre voli, due per Roma e uno per Milano Linate, che ieri erano stati dirottati a Comiso sono ripartiti dallo scalo Ragusano. Le due colate che emergono dal Nuovo cratere di sud-est, una delle quali ha già raggiunto la desertica Valle del Bove, sono ferme perché non più alimentate. I tremori interni dei canali magmatici si sono stabilizzati su valori bassi. Tutto lascia pensare che siamo all'ultimo atto. Ma non è detto che lo spettacolo non vada di nuovo in scena.