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Avvocato morto in ospedale a Catania, i familiari presentano denuncia

Secondo la moglie Angela Mangano ed i familiari, la morte del brillante civilista sarebbe avvenuta in circostanze che getterebbero parecchie ombre sull'operato della struttura sanitaria catanese

CATANIA. Ricoverato per accertamenti il 28 novembre scorso, nel reparto di Cardiologia dell'Ospedale Ferrarotto di Catania, dopo aver subito un intervento di applicazione di 2 stent e quindi in procinto di essere dimesso, dopo aver sentito la moglie al telefono, l'avvocato Isidoro Fresta, 59 anni, la mattina di domenica 6 dicembre scorso, improvvisamente è deceduto.

Secondo la moglie Angela Mangano ed i familiari, la morte del brillante civilista sarebbe avvenuta in circostanze che getterebbero parecchie ombre sull'operato della struttura sanitaria catanese che lo ha visto ricoverato per circa una settimana. Per questo, la moglie e i familiari, con l'assistenza degli avvocati Alfio Gaetano Patanè e Francesco Vasta, hanno presentato denuncia ai carabinieri di Catania della sezione di piazza Dante per far luce sul decesso, una morte che secondo loro “sembra essere veramente assurda”.

Tanti e gravi sono gli interrogativi che la moglie si pone: “Come è possibile morire così improvvisamente all'interno di una struttura considerata di eccellenza nel trattamento delle patologie cardiache? Un paziente le cui condizioni non erano mai state considerate gravi, tant'è che era in procinto di essere dimesso e tenuto anche conto che mio marito la mattina del decesso aveva avuto più conversazioni telefoniche con me. Come mai nel reparto di cardiologia dell'Ospedale Ferrarotto di Catania mai mi è stato riferito che mio marito si trovava in gravi condizioni di salute, soprattutto quando, dopo aver subito un intervento consistente nell'applicazione dei 2 stent, era in procinto di essere dimesso?”.

Intanto, dopo la denuncia, la salma si trova nella camera mortuaria dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso, scattati dopo la denuncia. Per il professor Corrado Tamburino, primario del “Ferrarotto” che si è occupato del caso, “il paziente è stato ricoverato con sospetto di miopericardite. Gli accertamenti preliminari eseguiti in ospedale hanno sollevato il sospetto che oltre alla miocardite il paziente avesse anche una malattia delle coronarie, sospetto confermato alla coronarografia eseguito per l'appunto durante il ricovero, e a seguito della quale il paziente si è consapevolmente sottoposto a doppia procedura di angioplastica, secondo le linee guida internazionali. Il paziente ha assunto regolarmente la terapia antitrombotica, e nel caso in questione, a scopo precauzionale ha assunto anche terapia endovenosa antitrombotica di supporto. Contrariamente alla norma che prevede le dimissioni l'indomani in pazienti asintomatici con buon esito della procedura, il paziente è rimasto ricoverato per completare l'iter diagnostico per la miocardite. Per questa patologia, durante i giorni di ricovero, il paziente era in trattamento con antinfiammatori che ad alti dosaggi, come quelli richiesti per il trattamento di questa condizione, notoriamente provocano senso di spossatezza e sudorazione, sintomi riferiti anche dal paziente. Dopo 4 giorni, verso le 6 del mattino, il paziente ha accusato dolore al petto, per cui dopo un elettrocardiogramma è stato prontamente attivata la reperibilitá di Emodinamica notturna e festiva per eseguire la coronarografia che ha documentato l'occlusione simultanea dei due stent impiantati pochi giorni prima. Nonostante l'angioplastica di emergenza contestuale, le trombosi portavano al decesso il paziente. Va a questo punto specificato che la trombosi dello stent è una complicanza acuta e imprevedibile ben conosciuta in letteratura scientifica e ben dettagliata nel consenso informato fornito al paziente. Questa complicanza si verifica in un paziente su 200 nelle prime ore o giornate dopo l'angioplastica, e il suo rischio continua con un tasso di 0.5% annuo per tutta la vita. È anche importante sottolineare che la trombosi dello stent ha un tasso di mortalità o infarto dell'80%. I trattamenti ricevuti dal paziente sono in accordo con le linee guida internazionali”.

La morte dell’avvocato Isidoro Fresta ha suscitato molto scalpore tra i colleghi e stupore tra gli amici, con i quali fino ad una settimana prima aveva giocato la solita partitella di calcio del sabato. Fresta era unanimemente considerato “uomo di eccellenti doti umane e morali. Lo ricorderemo sempre per il suo tratto gentile e sorridente , per la sua correttezza e rettitudine ed il suo grande amore per la famiglia. Un esempio per tutti”, dicono i suoi amici e colleghi.

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