ALESSANDRIA. Quattro catanesi, già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati dai carabinieri di Alessandria che, questa mattina, hanno eseguito in Sicilia ed Emilia Romagna le ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Sono accusati della rapina messa a segno il 24 luglio scorso alla Bre di Castelnuovo Scrivia. Con la minaccia di un'arma da taglio chiusero impiegati e clienti nell'ufficio della direttrice, aspettarono l'apertura della cassaforte temporizzata e fuggirono con 84mila euro.
Sono Antonino Della Vita, 49 anni, il fratello Nunzio, di 56, Antonino Corio, di 34, tutti catanesi e Giuseppe Abate, 29 anni, messinese. I provvedimenti, emessi dal gip Stefano Moltrasio, sono stati eseguiti, al termine delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Letizia Aloisio e condotte dal Nucleo Investivo del Reparto Operativo, a Catania, Savoca (Messina) e Bologna.
"Si tratta - ha sottolineato il colonnello Enrico Scandone, comandante provinciale dei carabinieri parlando del colpo nell'Alessandrino di cui sono accusati- della classica rapina messa a segno da professionisti in trasferta pericolosi, scaltri e sfrontati. Fortunatamente non ci sono stati feriti". Il 24 luglio alla Bre di Castelnuovo Scrivia, arrivarono con una Panda blu, rubata al mattino a Tortona.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, Antonino Della Vita fece da palo all'interno dell'istituto, Abate a volto scoperto si finse cliente, Corio e Nunzio Della Vita, con il volto travisato, furono gli esecutori materiali della rapina. Con la minaccia di un taglierino, sequestrati i cellulari a impiegati e clienti, la banda chiuse tutti nell'ufficio della direttrice attendendo poi l'apertura della cassaforte temporizzata. Quando si aprì, s'impossessarono di 84mila euro, poi fuggirono.
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