Catania

Giovedì 10 Ottobre 2024

Rapine e furti a raffica, 5 arresti a Catania

CATANIA. Dario Giuseppe Muntone è un «rapinatore seriale». Almeno, stando alla Procura distrettuale che ieri ha comunicato di avere disposto il fermo del trentenne catanese. È accusato di avere svaligiato il 25 febbraio un negozio in centro cittadino - bottino, 93 orologi e preziosi per un valore di un milione e mezzo - e commesso un «colpo in trasferta» da 250 mila euro, il 25 giugno a Riposto. A Muntone, che è stato bloccato da agenti della Squadra Mobile, è stato pure contestato il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione perchè il 7 settembre avrebbe costretto il direttore di una filiale di banca a salire in auto e l’avrebbe tenuto in ostaggio sino al pagamento di 60 mila euro, prelevati da un dipendente dello stessa agenzia. «Non facili le indagini su questi episodi, poichè Muntone è un incensurato», sottolinea la Polizia. Sempre ieri, la Questura ha diffuso la notizia della convalida di altri due provvedimenti di fermo per un furto «a conduzione familiare». Rosario Spampinato, 50 anni, e il genero Placido Privitera, 26, sono stati bloccati in flagranza dopo avere rubato da un’auto parcheggiata in via Sturzo il borsone di un rappresentante con gioielli per 50 mila euro. «Lavoro» inutile. Spampinato e il complice sono stati catturati dai poliziotti mentre stavano caricando la refurtiva sulla loro vettura distante poche decine di metri. Per la vittima, un sospiro di sollievo dopo lo smarrimento iniziale: «Stava per chiamare le forze dell’ordine — riferiscono negli uffici della Squadra Mobile — quando è stato avvicinato con suo sommo stupore e piacere dagli agenti che lo informavano del rinvenimento della borsa». C’è, comunque, anche chi viene catturato «sul luogo del delitto». È il caso di Giuseppe Mascali, 19 anni, e Alessandro Conti, 22. Sono stati disarmati e arrestati da un poliziotto, libero dal servizio, durante un tentativo di rapina all’interno della farmacia «Librino». I due, che hanno numerosi precedenti penali, si sarebbero giustificati dicendo di «dover fare i regali di Natale alle fidanzate».

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