CATANIA. La Procura di Catania ha chiuso l'inchiesta sulla morte di Nicole Di Pietro, la piccola deceduta poco dopo la nascita nella clinica Gibiino. Sono sei le persone alle quali la polizia di Stato ha notificato il provvedimento: la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale e l'anestesista Giovanni Gibiino, indagati per omicidio colposo; l'ostetrica Valentina Spanò per false attestazioni; il direttore sanitario Danilo Audibert e l'infermiere professionale Fabrizio Paglia per favoreggiamento personale. La notizia è resa nota dalla Procura, spiegando che alla ginecologa Maria Ausilia Palermo, al neonatologo Antonio Di Pasquale e all'anestesista Giovanni Gibiino, è contestato l'omicidio colposo per "aver cagionato, con condotte gravemente colpose, attive ed omissive, il decesso della neonata". "Da un lato, nella fase precedente al parto - sostiene la Procura - la ginecologa non avrebbe proseguito il doveroso e accurato monitoraggio del feto durante il travaglio che avrebbe consentito di prevenire la sofferenza fetale poi verificatasi ricorrendo ad un parto cesareo d'urgenza; dall'altro lato, dopo la nascita di Nicole Di Pietro, il neonatologo e l'anestesista avrebbero eseguito manovre rianimatorie inadeguate, aggravando così la sofferenza respiratoria della neonata fino al suo decesso avvenuto per arresto irreversibile delle funzioni vitali consecutivo a grave sofferenza acuta fetale". Ai tre medici, sospesi dalla professione dal Gip fino al prossimo 27 dicembre, è contestato anche il reato di falso ideologico: "false attestazioni nella cartella neonatale di Di Pasquale e di Gibiino in ordine agli interventi rianimatori praticati e alle condizioni di salute della bambina immediatamente dopo la nascita, con l'annotazione di valori incompatibili con le reali condizioni di salute della neonata" e "false attestazioni della ginecologa Palermo e dell'ostetrica Valentina Spanò nella scheda di travaglio della partoriente, che riporta un valore del battito cardiaco del feto". A Danilo Audibert e Paglia Fabrizio, all'epoca rispettivamente direttore sanitario e infermiere responsabile di sala operatoria nella clinica Gibiino, la Procura contesta il favoreggiamento personale e false informazioni al Pm "sulla presenza in sala parto del kit di emergenza neonatale". Alla ginecologa Palermo sono contestate lesioni personali colpose nei confronti di Tania Laura Egitto, madre di Nicole, per "la mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum, con conseguente insorgenza di un'infezione protrattasi per 13 giorni fino alla definitiva rimozione del corpo estraneo, avvenuta al pronto soccorso dell'ospedale Cannizzaro di Catania". Le indagini dell'inchiesta, delegate alla squadra mobile della Questura, sono state coordinate dal procuratore Michelangelo Patanè e dai sostituti Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta.