CATANIA. È stato rinviato di due settimane il tentativo di pignoramento risarcitorio avviato da un ex dipendente della base militare Usa di Sigonella, Carmelo Cucuzza, un vetrinista che ha vinto la causa per ingiusto licenziamento da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti. Le parti dovranno rivedersi tra 15 giorni per dare il tempo al nuovo legale nominato dall'amministrazione Statunitense di esaminare la documentazione, tenendo conto della sentenza definitiva pronunciata dalla Cassazione. Quello di ieri è il terzo tentativo di pignoramento eseguito da Cucucca accompagnato all'ufficiale giudiziario, dal suo avvocato, e da sindacalisti di Cgil e Filcams Cgil che seguono da tempo il contenzioso, sostenendo il lavoratore. «Questa battaglia deve essere seguita sino in fondo - affermano i segretari di Cgil e Filcams di Catania, Giacomo Rota e Margherita Patti - in quanto emblematica di un diritto che tenta di essere soffocato a dispetto della giustizia italiana e del buon senso democratico. Oltre alla non reintegra, infatti, gli Usa stanno negando a Cocuzza l'accesso alla legge che prevede l'assunzione a tempo indeterminato nei ruoli organici del personale delle amministrazioni dello Stato, in soprannumero e sovra organico ai cittadini italiani che hanno prestato la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica». Il primo tentativo, risalente allo scorso 12 febbraio, è stato interrotto soltanto perchè il comandante di Sigonella si era impegnato per iscritto davanti ad un colonnello dell'aeronautica militare italiana, ai carabinieri e all'ufficiale giudiziario, a risolvere il problema in tempi rapidi. Ma un mese fa anche il secondo tentativo era saltato per un mancato accordo. Il prossimo incontro tra 15 giorni. «Il governo americano - affermano in una nota congiunta Margherita Patti, Giacomo Rota e il segretario segretario provinciale Filcams Cgil, Giuseppe Grillo - ha ancora una volta preso tempo sul caso Cocuzza. Ci vorranno altri 15 giorni affinchè Sigonella riprenda le fila del contenzioso con il lavoratore licenziato ingiustamente e rimettersi dunque in pari con la giustizia italiana, reintegrandolo nel posto di lavoro e coprendo economicamente i troppi anni che gli sono stati sottratti. La causa della posticipazione stavolta risiede in una motivazione tecnica: il cambio del legale che rappresenta gli interessi di Sigonella. Ci conforta il fatto che in questa quarta occasione, Carmelo Cocuzza, che ha per senso di responsabilità e onestà intellettuale, acconsentito a spostare ancora una volta il confronto, potrebbe essere riconosciuta la reale entità di quanto tocca al lavoratore. Con pazienza e costanza - concludono i sindacalisti - rimaniamo a fianco di Cocuzza, nella piena convinzione che i diritti civili vadano rispettati, senza cedere al peso dei grandi poteri».