Sei avvisi di garanzia per il Cara di Mineo, inchiesta sui rimborsi per i migranti ospiti. I nomi
CATANIA. E’ stata scoperta dalla polizia di Catania una presunta truffa nella gestione dei fondi statali ed europei del Cara di Mineo. L’ente gestore del centro di accoglienza per migranti dal 2012 al 2015 avrebbe rendicontato, secondo gli investigatori, somme superiori per circa un milione di euro a quelle spettanti. Elenchi presenze di giorni 'gonfiati', tra il 2011 e il 2015, di extracomunitari nel Cara di Mineo per ottenere rimborsi superiori a quelli che sarebbero spettati, per circa un milione di euro in più. E' l'accusa contestata dalla Procura di Caltagirone al direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone, al presidente e al consigliere delegato della cooperativa Sisifo, Salvo Calì e Roberto Roccuzzo; all'amministratore delegato della Casa della solidarietà consorzio di cooperative sociali, Cosimo Zurlo; al direttore generale del consorzio calatino terre d'accoglienza, Giovanni Ferrera; e a una componente del vertice amministrativo del Cara, Andromaca Varsano. I soggetti attuatori sono estranei all'inchiesta. Nel decreto della Procura si contesta "l'attestazione di false e reiterate richieste di rimborso per spese", certificando, "contrariamente al vero", la "presenza di migranti, in effetti assenti". Gli agenti della squadra mobile di Catania e di Caltagirone hanno eseguito perquisizioni, sequestri e notificato sei informazione di garanzia in diverse regioni. Le persone sono tutte indagate dei reati di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Il provvedimento della Procura di Caltagirone è stato avviato dopo le inchieste di “Mafia Capitale”. E’ così iniziata un’attività di investigazione per accertare presunti illeciti nella gara d’appalto, indetta i il 24 aprile 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo (Ct), che è stata ritenuta illegittima dal presidente dall’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. L’analisi della contabilità, relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del centro, ha evidenziato che sono stati rendicontati e corrisposti, negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, importi superiori a quelli dovuti. Sono tutt’ora in corso perquisizioni presso società che hanno diretto i flussi finanziari in tutto il territorio nazionale.