ACIREALE. Ha solo 12 anni il ragazzino eritreo soccorso dai poliziotti di Giardini Naxos. È uno dei minori non accompagnati sbarcati in Sicilia nel mese di giugno. Era stato affidato ad una comunità per minori di Acireale dalla quale si è allontanato. Camminava sulla A18 quando è stato individuato dai poliziotti.
«Volevo raggiungere i miei amici sbarcati con me a Pozzallo», ha detto agli agenti. Soccorso ed identificato, è stato accompagnato in comunità.
Aumentano in maniera «esponenziale» i minori stranieri non accompagnati (Msna) che vengono contattati o presi in carico dai servizi sociali dei Comuni italiani: 13.523 bambini e ragazzi nel 2014, quasi il doppio dei 7.870 assistiti nel 2004-06. L'incremento più consistente è cominciato nel 2011 (9.197 Msna contro i 4.588 del 2010) e nel 2014 ha raggiunto il picco. È quanto emerge dal Rapporto Anci-Cittalia 2016, presentato a Roma, che fa il punto sulle politiche di accoglienza dei Comuni per i minori che arrivano soli nel nostro Paese. Una situazione destinata a ulteriori mutamenti - specialmente nei numeri - visti gli arrivi nel 2015 («150 mila persone») e 2016 («stesso trend dell'anno scorso»), ha riconosciuto il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento
Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell'Interno.
Tra il 2006 e il 2014, osservano Anci e Cittalia, l'incremento maggiore di Msna si è registrato nel Sud e nelle Isole. Nel 2014 le regioni con il numero più elevato di minori presi in carico dai Comuni sono Sicilia (oltre 3.100), Lazio (2.241) e Calabria (1.470). Per quanto riguarda i singoli Comuni, il primato va a Roma (1.960); seguono Reggio Calabria (695), Palermo (557), Messina (556) e Catania (532). L'85% dei minori assistiti sono concentrati in un centinaio di Comuni, in alcune aree del Nord del Paese, nel Sud della Puglia, in
Calabria e Sicilia. In alcune città, ha osservato Morcone, «soprattutto al Sud» i minori stranieri non accompagnati sono «troppi» e «vanno a caricare l'attività dei sindaci già faticosa», per questo serve una «redistribuzione» equilibrata ma soprattutto una «legge organica complessiva, come il ddl Zampa - che oggi va ridisegnato in tempi rapidi - che tratti tutto il settore» dell'accoglienza dei Msna «in un piano strutturato». Nel frattempo, «per necessità» - «ma non sono entusiasta, perchè serve una legge» - è stato inserito un emendamento nel decreto Enti locali, che prevede la redistribuzione di questi minori.
Il 96% dei minori soli presi in carico dai Comuni nel 2014 sono maschi, il 55,6% ha 17 anni e oltre la metà proviene da quattro paesi: Egitto (21,5%), Bangladesh (13,2%), Gambia (10%) e Albania (9,1%). Dal 2004-2006 sono aumentati i richiedenti di protezione internazionale: si passa da 251 minori agli oltre 3.000 del 2014 (23,4%). Degli oltre 13 mila giovanissimi presi in carico nel 2014, 9.229 (68,2%) sono stati collocati in una struttura di prima accoglienza. I ragazzi passati alla seconda accoglienza, sommati a quelli già presenti, sono invece 8.448. Alcuni però sono fuggiti: 2.717, il 29,4%, nel caso della prima accoglienza, 1.082, il 13%, nel caso della seconda. Il costo medio giornaliero sostenuto per l'inserimento di un minore straniero è pari a 81,5 euro in prima accoglienza, di 75,8 euro in seconda. «La situazione richiede un sistema di accoglienza e integrazione strutturato e realmente diffuso su tutto il territorio nazionale», ha osservato il vicepresidente dell'Anci, Umberto Di Primio. Occorre affrontare «alcuni nodi cruciali» come «l'aumento dei posti nelle reti strutturate di prima e seconda accoglienza, la deroga al blocco del turnover del personale dei Comuni che accolgono i minori soli nell'ambito dello Sprar fino alla riduzione dei tempi di nomina del tutore e del rilascio del permesso di soggiorno».
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