CATANIA. "Avevo il bambino in mano quando uno dei cani, l'unico libero in giardino, all'improvviso, senza motivo apparente, ha aggredito il piccolo cercando di portarmelo via. L'ho difeso, ho combattuto, ma mi ha trascinata sul giardino. Poi sono riuscita a chiudere il cane e sono fuggita fuori casa urlando, chiedendo aiuto con mio figlio tra le braccia, ma è stato tutto inutile".
E' la ricostruzione della madre del piccolo di 18 mesi morto dopo essere stato sbranato ieri da uno dei due dogo argentini che avevano in casa da anni a Mascalucia, secondo quando riferito dal suo legale d'ufficio, l'avvocato Fabio Cantarella.
La donna, indagata per omicidio colposo come atto dovuto dalla Procura di Catania in attesa di compiere l'autopsia, ieri sera si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande dei carabinieri e del Pm.
"Ha fatto il possibile, non ha mai lasciato solo nostro figlio. Lo ha difeso dall'attacco improvviso di uno dei due cani, che ha trascinato per terra anche lei, lasciandole delle ferite da trascinamento sul corpo. Non ha alcuna colpa. E' distrutta e piange, non riesce a dire altro, ma non sopporta di passare per una madre disattenta". Si schiera con la moglie il padre del piccolo, secondo quando riferito dal suo legale d'ufficio, l'avvocato Fabio Cantarella. "La vicina di casa - sostiene - urla dopo avere visto mia moglie con il figlio in braccio, e non prima. Noi siamo certi di questo: lei non ha lasciato mai per un secondo nostro figlio". Sul motivo dell'attacco del cane l'uomo non riesce a fornire una spiegazione: "erano da tempo con noi, uno era chiuso nel recinto, non hanno mai dato segnali di aggressività".
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