CATANIA. Non era solo il piccolo Giorgio, 18 mesi, mentre uno dei due doghi argentini di famiglia lo sbranava nella villa di Mascalucia, alle falde dell'Etna, il 16 agosto scorso. Lo ha ribadito al sostituto procuratore di Catania, Fabrizio Aliotta, la madre del piccolo nell'interrogatorio a cui è stata sottoposta stamattina. La donna, indagata per abbandono di minorenni, che era accompagnata dal marito, è stata sentita alla presenza del suo legale, l'avvocato Fabio Cantarella. Il penalista ha rivelato che la donna ha confermato la sua ricostruzione della tragedia, smentendo la versione secondo la quale avrebbe lasciato il bambino solo con i cani mentre lei stava in casa. "Avevo il bambino in mano quando uno dei cani, l'unico libero in giardino - ha ribadito la donna - all'improvviso, senza motivo apparente, ha aggredito il piccolo cercando di portarmelo via. L'ho pregato, l'ho supplicato di lasciarlo andare...". Ad aggredirlo è stato il cane maschio di tre anni, l'unico libero in quel momento. "L'ho difeso, ho combattuto - ha riconfermato - ma mi ha trascinata sul giardino. Poi sono riuscita a chiudere il cane e sono fuggita fuori casa urlando, chiedendo aiuto con mio figlio tra le braccia, ma è stato tutto inutile". La Procura di Catania ha già acquisito testimonianze e l'autopsia e sta eseguendo ancora accertamenti sulla vicenda.