CATANIA. E’ stato scoperto un vasto giro di prestiti ad usura, gestito da Concetta Salici, di 62 anni, che fa capo al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. La donna con il suo “carisma” avrebbe coordinato le sstorsioni, con la collaborazione del figlio, Gaetano Bellia, di 34 anni, della sua convivente, Emanuela Valentina Aquilino, di 29 anni, nonché del fratello Giovanni Salici di 54 anni. La polizia ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti dei quattro, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che il gruppo criminale era dedito ad usura nei confronti di numerose vittime che, sarebbero state costrette a rivolgersi a Concetta Salici per ottenere somme di denaro. Ogni persona di solito avrebbe chiesto in prestito alcune migliaia di euro, da restituire con interessi sino al 30% mensile. In caso di eventuali ritardi nei pagamenti sarebbero seguite le minacce di Gaetano Bellia e di Giovanni Salici. L’attività d’intercettazione ha fatto emergere numerosi episodi di usura. Anche se la procura ne contesta solo tre. Infatti alcune vittime hanno negato la loro sottoposizione alla pressione usuraia, consapevoli della potenziale denuncia per favoreggiamento alla quale sarebbero andati incontro, pur di non rendere dichiarazioni contro la famiglia Salici-Bellia. Nel corso delle indagini, infatti, sono state indagate 7 persone per favoreggiamento personale per aver aiutato Cancetta Salici e Gaetano Bellia ad eludere le investigazioni degli inquirenti, fornendo dichiarazioni non veritiere negli uffici della squadra mobile. Concetta Salici e a Gaetano Bellia sono accusati di una tentata estorsione, in concorso tra loro, per incassare le somme pretese a titolo di interessi. Nel corso delle perquisizioni all’interno dell’abitazione di Concetta Salici sono stati trovati e sequestrati un foglio manoscritto in cui erano annotate cifre e nominativi e due assegni. Altro assegno è stato rinvenuto e sequestrato a casa di Emanuela Valentina Aquilino. L’operazione è stata denominata “Black tie”. Gli arresti sono stato frutto di indagini tecniche,avviate nell’ottobre del 2015,su delega della Dda di Catania, nei confronti dei fratelli Gaetano ed Attilio Bellia , noti esponenti del clan mafioso Cappello -Bonaccorsi, entrambi arrestati il 24 novembre 2015 nell’ambito della nota operazione “Revenge 5”. Già allora era emerso un giro vorticoso di denaro in cui era coinvolta anche la madre Cancetta Salici. Durante una perquisizione domiciliare eseguita nel luglio del 2013, di numerosi assegni post-datati privi dei beneficiari e di alcuni titoli cambiari. Gli arrestati sono stati portati nei carceri di Catania Bicocca e Piazza Lanza. Mentre nei confronti di Emanuela Valentina Aquilino, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari.