CATANIA. Guarda alla tradizione – il giocattolo – e strizza l’occhio al rispetto per l’ambiente, al concetto di riutilizzo, di condivisione, di scambio di emozioni e di conoscenze. S’intitola “Bambini allo (S)Baratto” ed è l’innovativa manifestazione pensata da Etnapolis per la prima festa d’autunno, quella dei Morti, con i nonni “in cielo” che portano ai nipotini giocattoli e biscotti per addolcire il disagio della lontananza e coltivare il sentimento del ricordo affettuoso chi è ormai invisibile. Per tre giorni, infatti, lunedì 31 ottobre, martedì 1 e mercoledì 2 novembre (tutti i pomeriggi dalle 16 alle 20), la galleria di Etnapolis di trasformerà in un piccolo mercatino a disposizione dei bambini che potranno portare i propri giocattoli – ma anche fumetti, libri, costruzioni e figurine – da “barattare”, ossia da scambiare con altri oggetti. “Abbiamo pensato a un piccolo format – ha detto il direttore Alfio Mosca – che porterà a Etnapolis l’atmosfera della nostra infanzia, quando esistevano molti meno giocattoli di adesso e pur di conoscere oggetti nuovi con cui passare il tempo ci si scambiava con gli amici del quartiere macchinine, costruzioni, pupazzi e naturalmente le figurine. Un mercatino a misura di bambini, dove i grandi saranno rigorosamente esclusi dalle contrattazioni, perché a prendere gli accordi saranno soltanto i nostri piccoli ospiti”. Ma quali sono le regole per partecipare a “Bambini allo (S)Baratto” di Etnapolis? Poche e semplici: bisogna avere un’età compresa fra i 6 e i 12 anni; essere accompagnati da un genitore o da un membro della famiglia (un nonno, una zia, un fratello maggiore) che non potrà interferire nelle contrattazioni; si possono scambiare tutti i tipi di giocattoli, giornalini, libri, costruzioni, figurine; ma soprattutto – regola assoluta della manifestazione - non è consentita alcune vendita o cessione in cambio di denaro (sia pur poco). L’obiettivo di “Bambini allo (S)baratto” a Etnapolis è infatti quello di educare i piccoli a dare valore a ciò che già possiedono, permettere loro di comprendere che, anche se il proprio giocattolo è superato e ci ha annoiato, può essere ancora di grande interesse per altri bambini che non lo hanno mai posseduto ed esplorato. E viceversa. Un modo intelligente – e rispettoso dell’ambiente – che assegna nuova vita ai giochi di casa e consente a tutti di fare nuove esperienze e, forse, anche nuove amicizie.