CATANIA. Sarà processato con il rito alternativo del giudizio abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica Luca Priolo, il 26enne che il 6 ottobre 2015 ha ucciso con 42 colpi di coltello la sua ex convivente, Giordana Di Stefano, di 20 anni, dalla quale aveva avuto una bambina di 4 anni. Lo ha deciso il Gip di Catania, Loredana Pezzino, che ha aggiornato a domani per la nomina dei periti e il conferimento loro dell'incarico. Nel processo stati ammesse come parti civili i genitori, la sorella e la figlia di Giordana Di Stefano, che ha 'persò il cognome del padre per 'assumerè quello della madre, assistiti dall'avvocato Ignazio Danzuso, e il centro antivolenza 'Galateà, rappresentato dall'avvocato Mirella Viscuso. Priolo, che ha confessato il delitto, dopo l'omicidio era fuggito riuscendo ad arrivare a Milano dove, grazie a indagini dei carabinieri di Catania, era stato individuato e arrestato da militari dell'Arma alla stazione ferroviaria mentre stava per salire su un convoglio diretto in Svizzera. L e indagini sono state coordinate dai procuratori aggiunto Michelangelo Patanè e Marisa Scavo e dal sostituto Alessandro Sorrentino. Il giovane continua a «negare la premeditazione», ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus del momento» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti, per la quale il giorno del delitto si teneva la prima udienza per la richiesta di rinvio a giudizio davanti al Gip di Catania.