CATANIA. E’ stato confiscato il patrimonio per un valore di circa oltre 1 milione e 700 mila euro del boss Antonino Castorina, di 63 anni. Gli uomini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, hanno dato esecuzione a un decreto di confisca beni l’esecuzione emesso dalla Corte di Appello di Catania, divenuto definitivo dopo il vaglio della Suprema Corte. E’ stata disposta l’acquisizione al patrimonio dello Stato di una serie di cespiti riconducibili a Castorina ritenuto esponente di spicco del clan Santapaola, nel territorio di Santa Venerina. Tra i beni confiscati diversi terreni per 2.500 mq circa nel comune di S.Venerina (CT); una villa con piscina sempre a S.Venerina; l’intero compendio aziendale di impresa individuale “La Nuova Idraulica dell’Etna di Cernea Ana Liliana”, operante nel settore di impianti idraulici; intero compendio aziendale della “Etna Parking Multiservizi Soc. Cooperativa”, società operante nel settore della gestione del servizio di autorimessa. La confisca giunge a conclusione dell’iter giudiziario avviato con la proposta di applicazione di misura di prevenzione a firma del direttore della Dia, inoltrata all’esito di una articolata attività di indagine svolta nel 2010. L’attenzione è stata rivolta verso i beni di Castorina e sulla sua anomala posizione economica e del suo nucleo familiare. Castorina ha numerosi precedenti penali per gravi delitti come rapina in concorso, furti in concorso, violazioni delle norme sul controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi, detenzione illegale di armi, ricettazione, rissa, lesioni, estorsioni continuate in concorso, che sono stati commessi già a partire dagli anni ’70. E’ stato arrestato per associazione mafiosa nell'ambito delle operazioni “Ciclope” e “Dafne”, rispettivamente nel 1996 e 1997, è rimasto in carcere dal 1998 al 2006, quando ha ultimato di espiare la pena. Ha poi scontato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di soggiorno perché gravemente indiziato del reato di associazione mafiosa. Castorina è stato condannato dalla Corte di Assise di Appello ad 11 anni e 2 mesi di reclusione, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2002. Uno dei suo figli, Filippo, accusato di avere sostituito il padre mentre quest’ultimo era in prigione, è stato arrestato nel 2001 nell'ambito dell'operazione “Euro racket”, rimanendo detenuto fino al 2004. Recentemente è stato nuovamente arrestato il 16 aprile 2013 per associazione mafiosa ed è attualmente detenuto nel carcere di Prato.