BRONTE. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo con due sentenze conferma il trasferimento del centro di riabilitazione «Sant’Antonio» da Maletto a Bronte, dichiara l’illegittimità dell’originario diniego opposto dall’Asp di Catania e condanna l’Azienda a un risarcimento di circa 18 mila euro in favore del centro. A contestare il trasferimento era stato anche l’ambulatorio società «Madonna del riparo» di Bronte, dal 1996 unica struttura privata di riabilitazione del distretto sanitario di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo, che nel 2012 ottiene un accreditamento retroattivo dal 2002, ma non la contrattualizzazione, perciò niente rimborsi regionali. La società «Sant’Antonio», invece, nel 1999 nasce a Maletto, dove nel 2002 è accreditata e contrattualizzata ed eroga, fino al 2014, il servizio sanitario regionale di fisiokinesiterapia. Dall’anno dopo l’Asp, dopo un primo diniego, autorizza il trasferimento a Bronte, non essendovi in loco strutture pubbliche simili. Ed è a questo punto che la storia delle due società di “Santi” si comincia a scrivere sulla carta bollata dinnanzi a Tar, Cga e, su input del centro «Madonna del Riparo», presso la procura della repubblica di Catania, con chiamata in causa dei vertici dell’Assessorato regionale alla Sanità di Palermo e dell’Asp di Catania, per il presunto atto illegittimo. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE