CATANIA. La Procura distrettuale di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 persone per turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sulla concessione dell'appalto dei servizi, dal 2011 al 2014, al Cara di Mineo, e per reati amministrativi del consorzio Sol Calatino. Tra loro il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, in qualità di allora soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d'Europa, insieme al suo grande accusatore Luca Odevaine, il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, l'ex presidente del consorzio dei Comuni «Calatino Terra d'Accoglienza», l'ex direttore del consorzio, Giovanni Ferrera; gli ex vertici delle Ati interessate. L'udienza preliminare è stata fissata per il 28 marzo davanti al Gup Santino Mirabella. Al centro dell'inchiesta le gare d'appalto per la gestione dei servizi del Cara fra il 2011 e il 2014, intervallata da sette proroghe avallate da un protocollo con la Prefettura di Catania. Secondo l'accusa, Castiglione, che entra nell'inchiesta non per l'attuale incarico, assieme a Odevaine e Ferrera, quest'ultimi due in qualità di presidente e componente la commissione aggiudicatrice, avrebbero «predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all'Ati appositamente costituita». La Procura di Catania ritiene, inoltre, che le coop interessate si «costituivano appositamente in Ati» dopo avere «ricevuto rassicurazioni sull'aggiudicazione degli appalti», il cui «bando era concordato». A Castiglione e al sindaco di Mineo, Anna Aloisi, e Paolo Ragusa, in qualità di presidente del consorzio Sol Calatino, è contestata anche la corruzione «per la promessa di voti per loro e i gruppi politici nei quali gli stessi militavano (Pdl, lista Uniti per Mineo e Ncd)» in cambio di «assunzioni al Cara». Il sottosegretario ribadisce, «come ho fatto costantemente ed energicamente in questi anni, la mia assoluta estraneità ai fatti che vengono contestati». «Il 28 marzo, nell'unica sede a ciò proposta - aggiunge - davanti al 'Tribunalè, affronterò ogni singola contestazione, dimostrando sia la piena legittimità delle procedure amministrative che le fantasticherie sul presunto, quanto inesistente, vantaggio elettorale di un partito che, tra l'altro, è stato costituito quasi tre anni dopo i fatti contestati». La richiesta di rinvio a giudizio diventa tema di dibattito politico. Il leader della Lega, Matteo Salvini, parla di «scandalo del Cara di Mineo» e su Fb si scrive: «Ma l'inutile Alfano non ne sapeva niente? Chiudere il Cara di Mineo, bloccare mafia e invasione. Si può fare». Erasmo Palazzotto di Sinistra italiana invita «Castiglione a dimettersi» perchè «responsabile politico», sostiene, della «holding della disperazione che sulla pelle dei rifugiati e sulle tasche dei cittadini ha lucrato sia in termini politici che economici». Il Movimento 5 stelle, con i suoi deputati, chiede le «dimissioni del ministro Alfano, assieme a quelle del sottosegretario Castiglione» per responsabilità politiche.