CATANIA. Secondo gli ultimi rilevamenti di stamani, i vulcanologi dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia INGV OE) di Catania, l'eruzione è per il momento finita. Nel tardo pomeriggio del 27 febbraio 2017, l'attività stromboliana che era cominciata il 20 gennaio alla bocca posta sulla ex "sella" fra il vecchio e il nuovo cono del Cratere di Sud-Est (SEC) dell'Etna, si era rapidamente intensificata, e un trabocco di lava aveva alimentato una colata che si era riversata sul fianco meridionale del SEC. Questo episodio eruttivo, il primo evento significativo dopo le eruzioni sommitali di maggio 2016, in corso fino alla tarda serata di ieri (1 marzo), anche se in vistosadiminuzione. Il trabocco lavico è incominciato poco dopo le ore 17 del 27 febbraio; inizialmente la colata è avanzata rapidamente sul ripido fianco del cono del SEC, però ha rallentato dopo aver raggiunto il terreno pianeggiante alla base del cono, espandendosi lentamente verso sud-sudovest, in direzione dell'antico cono di Monte Frumento Supino. Nella notte del 27-28 febbraio, l'attività era caratterizzata da frequenti esplosioni stromboliane, che hanno lanciato frammenti lavici incandescenti fino a 200 m di altezza sopra la bocca, mentre continuava il trabocco lavico (prima foto a sinistra). Durante un sopralluogo effettuato dai tecnici dell'Ingv-Oe nella giornata del 28 febbraio, l'attività andava avanti con modeste fluttuazioni, e si notavano sporadiche emissioni di vapore e cenere marrone (materiale roccioso vecchio polverizzato) da più punti nel Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), la cui ultima attività era avvenuta dal 6 all'8 dicembre 2015. La colata lavica stava lentamente avanzando sulla neve a monte di Monte Frumento Supino, con il fronte più distante a circa 2800 m di quota, avendo percorso circa 1.2 km dalla bocca eruttiva. Intorno alla bocca eruttiva si stava formando un cospicuo cono piroclastico, che superava in altezza i punti più alti del SEC e del NSEC, a circa 3290 m. L'attività continuava con caratteristiche sostanzialmente uguali durante l'1 marzo. Il fronte lavico più avanzato si era fermato a circa 2700 m di quota e poco più di 1.5 km di distanza dalla bocca eruttiva. In tarda serata, l'attività mostrava un netto decremento, accompagnata da una rapida diminuzione dell'ampiezza del tremore vulcanico. L'attività dell'Etna è comunque costantantemente monitorata perchè è un vulcano imprevedibile, che ha sempre sovvertire ogni tentativo di previsione. Per la Sicilia e per i turisti di tutto il mondo resta un pianeta nel pianeta sempre da scoprire. I luoghi del l'eruzione sono presi d'assalto da folle turisti e appassionati di montagna e di fotografia, complice la bellissima giornata di sole.