CATANIA. Due libici, Wasim Al Morhaq, di 25 anni, e Zouhair Samida, di 28, sono stati fermati a Catania da Polizia di Stato e Guardia di finanza perché ritenuti gli organizzatori, insieme ad altre persone non identificate, della traversata dalle coste libiche a quelle italiane compiuta con una imbarcazione in legno con a bordo 32 migranti soccorsa il 3 marzo scorso dalla nave della Guardia Costiera norvegese 'Siem Pilot'. Le indagini che hanno portato al fermo dei due libici sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania.
La 'Siem Pilot' è arrivata domenica scorsa nel porto del capoluogo etneo, dove ha sbarcato complessivamente 502 migranti ed un cadavere.
Secondo le testimonianze dei migranti - tra cui quella di un giovane siriano che ha fornito uno spaccato del modus operandi delle organizzazioni libiche che si occupano del traffico di essere umani - l'imbarcazione trainava un'altra barca più piccola con la quale sarebbero dovuti tornare in Libia poco prima dell'arrivo dei soccorsi ma il loro piano è saltato a causa di un'avaria sia del motore della barca con a bordo i migranti, sia del barchino. A bordo della 'Siem Pilot' i due libici avrebbero tentato di eludere gli investigatori raccomandando ai migranti di riferire alle autorità che erano dei pescatori che si erano fermati per prestare aiuto ai migranti in difficoltà. Il loro tentativo non è andato a buon fine perché dalle dichiarazioni dei migranti, dal 'report' della nave norvegese e dai filmati non è stato rilevato alcun elemento che potesse far ritenere trattarsi di un'imbarcazione di pescatori.
I due fermati - indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza.
Il giovane siriano ha raccontato che dopo la prima avaria i due libici sono saliti a bordo del barchino promettendo di avvisare i soccorsi ma lui, temendo che i due lo avrebbero abbandonato insieme agli altri migranti sulla barca che andava alla deriva, si è tuffato in mare ed è salito a bordo del barchino per cercare di raggiungere insieme a Zoher una nave dei soccorsi, mentre Wasim è rimasto sull'imbarcazione con gli altri migranti. A questo punto anche il barchino ha avuto un'avaria al motore ed ha impedito di andare a cercare soccorsi che, tuttavia, non hanno tardato ad arrivare essendo stati avvistati da un elicottero che aveva dava l'allarme raccolto dalla "Siem Pilot".
Il giovane siriano ha raccontato di aver, per conto di alcuni connazionali che abitano a Zwara, contattato Wasim, indicato come 'poliziotto libico', per organizzare un viaggio con un'imbarcazione di dimensioni ridotte ma ritenuta sicura. Con Wasim ed altro libico, indicato con il nome di Zoher, Zouhair avrebbe pattuito il pagamento della somma di 95.000 dinari libici - circa 63 mila euro per un importo pro capite di 3.300 dinari - consegnando a Wasim solo parte della somma con l'impegno che avrebbero lasciato la rimanente parte del denaro ad un intermediario in Libia che l'avrebbe consegnata ai trafficanti solo dopo una telefonata di conferma del loro arrivo in Italia. In realtà, si sarebbero accordati per versare la somma di 75.000 dinari libici, 40 mila dei quali da versare subito e 35 mila dopo l'arrivo in Italia, tanto che gli organizzatori avrebbero inserito nel viaggio anche migranti di altre nazionalità. Dopo un paio di settimane, alle prime ore del 2 marzo scorso, Wasim avrebbe condotto i migranti nel porto di Sabratah. Sulla spiaggia Wasim e Zoher, aiutati da altri quattro libici, avrebbero fatto salire i migranti su un'imbarcazione in legno sulla quale ha preso posto anche Wasim, che si sarebbe messo alla guida del natante.
Caricamento commenti
Commenta la notizia