CATANIA. Questioni preliminari, incentrate sulle numerose costituzioni di parti civili, hanno caratterizzato la prima udienza del processo per la morte di Nicole Di Pietro, la piccola deceduta il 12 febbraio 2015 poco dopo la nascita nella clinica Gibiino di Catania, mentre era in corso il trasferimento in ambulanza in un ospedale di Ragusa. La presidente della prima sezione penale del Tribunale monocratico, Giuseppina Montuori, si è riservata di decidere entro la prossima udienza, convocata per il 22 maggio. Imputati sono la ginecologa Maria Ausilia Palermo, difesa dall'avvocato Paolo Spanti, il neonatologo Antonio Di Pasquale, rappresentato dal penalista Walter Rapisarda, e l'anestesista Giovanni Gibiino, difeso dall'avocato Piero Granata, indagati per omicidio colposo; l'ostetrica Valentina Spanò difesa dall' avvocato Carmelo Peluso, per false attestazioni. I legali contestano il numero di parti civili presenti nel processo, in particolare di associazioni e parenti lontani della vittima. Nel procedimento si sono costituiti parte civile l' assessorato regionale alla Salute, con l'avvocato Domenico Maimone, oltre ai genitori, nonni, bisnonni e zii della bambina, l'associazione di consumatori Codacons e anche la casa di cura. I legali dei familiari di Nicole, gli avvocati Michele Ragonese e Mary Chiaromonte, hanno citato in giudizio la clinica, così la clinica Gibiino, assistita dal penalista Tommaso Tamburino, è nel procedimento con un doppio ruolo: di parte lesa e in giudizio. Le indagini della squadra mobile della Questura e della sezione Polizia giudiziaria della Procura sono state coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta.