CATANIA. L'eruzione continua sull'Etna, anche se lo scorso 20 marzo si era registrata una certa diminuzione di ampiezza del tremore vulcanico. Nel corso della giornata di oggi, come confermano dalla Sala operativa dell'Ossetvatorio etneo dell'Istituto nazionale di vulcanologia di Catania, si sono registrate delle piccole esplosioni.
La spettacolare attività esplosiva (stromboliana) dei giorni scorsi, però, è praticamente terminata, mentre l'attività effusiva è diminuita alla bocca eruttiva aperta alla base del Nuovo Cratere di Sud-Est (NCSE), ormai comunemente chiamata "purtusiddu", ma non è scomparsa. La colata lavica sembra ancora piuttosto vivace e si presenta suddivisa in varie diramazioni, che circondano i Monti Barbagallo (coni dell'eruzione 2002-2003) sia nella depressione a ridosso di Monte Frumento Supino sia nella zona del Belvedere, dove il flusso lavico si accosta a quello attivo nei giorni scorsi.
Proprio in direzione Sud Est, spiegano dall'Ingv, questa mattina il fronte aveva raggiunto una quota minima di circa 2800 metri sul livello del mare, ed è ancora in avanzamento. La situazione, dunque, dimostra che l'eruzione non è affatto finita. Siamo di fronte ad una attività tipica delle ultime eruzioni che l'Etna ci ha fatto vedere: dopo la spettacolare fase esplosiva, una fase più effusiva, ma sempre affascinante. Sempre stamattina sono state segnalate, in cima al Nuovo carattere di sud est delle sporadiche emissioni di pochissima cenere provenienti sia dal conetto piroclastico che è stato attivo nei giorni scorsi, sia dal "puttusiddu", cioè il cratere aperto sul fianco orientale del NCSE. Dall'area craterica sommitale, prevalentemente dalla cosiddetta " Voragine", s'innalza sempre un vistoso, bianchissimo pennacchio di gas e vapore.
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