CALTAGIRONE. Confuso, ha confessato il delitto ai carabinieri della compagnia di Caltagirone: «l'ho accoltellata...». Non ha saputo spiegare bene il perché. Ha parlato di un raptus notturno perché «volevo lasciarla, ma lei minacciava di suicidarsi», Salvatore Pirronello, 53 anni, che ha ucciso con almeno quattro coltellate all’addome e al torace la convivente, Patrizia Formica, di 47 anni. L’ennesimo femminicidio nella notte, questa volta nel Catanese: lei dorme e lui prende un coltello da cucina e le sferra un primo violento fendente. La donna si sveglia dolorante e cerca di difendersi, invano. Lui continua a colpirla, e la centra anche nelle braccia che lei alza nel tentativo disperato di difendersi. Crolla a terra, ma ha la forza di alzarsi e chiudere la porta della stanza da letto a chiave, probabilmente perché teme che lui possa tornare. Ma Salvatore Pirronello si è tolto il pigiama insanguinato, si è lavato, vestito ed è andato dai carabinieri dicendo: «l'ho accoltellata». Un omicidio senza un apparente causa scatenante. Nella coppia c'erano stati dissidi e liti, ma nulla che lasciasse presagire la tragedia. Per i vicini di casa è «una vicenda assurda, incredibile e, per quello che si era visto, del tutto imprevedibile». Di diverso parere il fratello della vittima, Beniamino Formica: «non era l’uomo giusto per lei, ha minacciato me e la mia famiglia». Era una coppia con caratteri ben diversi: lui silenzioso, lei espansiva. Entrambi avevano alle spalle matrimoni con figli. Lui anche una condanna per rapina, commessa il 30 dicembre del 1981, a 17 anni, quando in un assalto a un bus di linea della Catania-Palermo per depredare i passeggeri furono uccisi l'autista del pullman e un avvocato, ex presidente della Provincia etnea. Lui fu condannato soltanto per la rapina dal Tribunale per i minorenni. La loro relazione era cominciata nell’estate del 2016. Lui era dipendente di un’azienda della zona industriale di Caltagirone, lei restava a casa dopo avere chiuso, da oltre un anno, un negozio per la vendita di capi intimi e corredi. La differenza caratteriale nella coppia emerge anche in uno dei video che la donna ha postato ieri su Facebook: «saluta il pubblico - gli dice - fai un sorriso, ma 'come smettila?' il cellulare è mio non me lo puoi impedire». Lei era felice: sabato aveva avuto a casa i due figli nati dal suo matrimonio che vivono col padre. E su Fb domenica aveva postato: «Noi insieme appassionatamente», ultimo messaggio di una giornata continuamente 'on linè con foto e video sul social network. Giornata che, sul fronte meteo, non era cominciata bene, ma non era importante per lei: «Buongiorno a tutti. Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che amo sono accanto a me può anche arrivare il diluvio io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti». Per poi aggiungere accanto a una foto in cui appare con lui: «Noi insieme, bellissima domenica», trascorsa «in ottima compagnia e all’insegna del divertimento assoluto». Una ricostruzione che contrasta con il dramma imminente delle ore successive, sfociato con la violenza e l’arresto dell’uomo per omicidio aggravato da parte dei carabinieri. E che Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, interpreta così: «Ma non è che questo suo dire e ribadire 'sono felice, che bella giornatà stia a indicare che la donna era completamente soggiogata dal suo assassino?».