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La mafia e la droga dall'Albania in Sicilia: a Vizzini la centrale dello spaccio

CATANIA. Sei persone arrestate e tre provvedimenti cautelari notificati in carcere: è il bilancio dell'operazione 'Ciclope 2' dei carabinieri del nucleo investigativo di Catania nei confronti di nove persone ritenute appartenenti al gruppo di Michele D'Avola, attivo a Vizzini (Catania) e Francofonte (Siracusa) e legato ai clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Nardo.

L'ordinanza cautelare del Gip, emessa su richiesta della Dda della Procura di Catania, ipotizza, a vario titolo i reati di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso. L'indagine fa seguito all'inchiesta aperta da carabinieri nel 2012 su quattro omicidi e due tentati omicidi avvenuti tra Francofonte, Vizzini e Grammichele.

Vittime erano soggetti collegati, a vario titolo, a gruppi ben inseriti nel tessuto criminale della zona. La faida fu fermata il 19 settembre del 2013 con i fermi dell'operazione Ciclope. Gli sviluppi delle indagini hanno permesso, non soltanto di riscontrare ulteriormente il ruolo di vertice rivestito da D'Avola, ma anche di appurare a Vizzini c'era la base di un gruppo dedito al traffico ed allo spaccio di grosse quantità di sostanze stupefacenti provenienti dall'Albania rivendute nelle province di Catania, Siracusa e Ragusa.

Nella nuova inchiesta emerge anche il ruolo di figure di rilievo come quella di Carmela Quaderno, convivente di D'Aavola, e di Gianluca Giarrusso, 35 anni, che avrebbe svolto il ruolo di "reclutatore" degli affiliati provvedendo anche, durante la loro detenzione, al sostentamento economico delle loro famiglie anche per le spese legali.

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